Nel suo ultimo report pubblicato oggi, l'ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) ha fotografato l'andamento del sistema energetico italiano nel primo semestre 2025 ed evidenziato tendenze preoccupanti, soprattutto rispetto alle emissioni e ai costi.
Il primo dato negativo riguarda appunto le emissioni di CO2, che nel periodo in esame sono tornate a crescere (+1,3%) dopo due anni di calo. Di questo passo, il target 2030 (che richiede un -7% all'anno) non verrà raggiunto prima del 2035. I consumi sono rimasti stazionari o quasi, in compenso: gas +6%, petrolio -2%, generazione elettrica da rinnovabili -3%.
L'altra notizia – non così sorprendente – è che nostri prezzi di elettricità e gas sono tra i più elevati in Europa. Quello dell'energia (120 €/MWh) è risultato doppio rispetto al dato spagnolo (62 €/MWh) e francese (67 €/MWh).
Ma un prezzo dell'energia esorbitante non dissuade i consumatori dal… consumare. Nel semestre, la domanda elettrica nazionale è risultata in aumento (per quanto leggero, +0,4%), e a trainarla è stato soprattutto il settore terziario.
Per quanto riguarda il gas, invece, i consumi sono stati sostenuti dalla maggiore domanda della termoelettrica e dal clima rigido del primo trimestre 2025. In termini percentuali, la situazione rispecchia il quadro dell'Eurozona: +5%.
L'Analisi ENEA fa emergere anche un trend negativo per la transizione energetica (-25%, misurato dall'indice ISPRED). Le fonti rinnovabili hanno registrato un forte calo nella produzione idroelettrica (-20%) ed eolica (-12%), non compensato dall'aumento del fotovoltaico (+23%). Il fotovoltaico – a proposito – è cresciuto in linea con il progressivo incremento della capacità installata (+3,3 GW), e quest'ultimo sembra essere l'unico dato incoraggiante, in uno scenario complessivamente critico.