Gli antichi motivi dell’origami giapponese potrebbero trovare nuova vita nelle tecnologie spaziali. Come? Grazie al lavoro di un gruppo di ricercatori della Brigham Young University. Il team ha sviluppato una particolare categoria di piegature chiamata bloom patterns, strutture che si ripiegano completamente in superficie piana e si aprono poi come petali di un fiore.
Questi schemi, già testati anche con materiali diversi dalla carta come plastiche stampate in 3D, potrebbero trasformare il modo in cui vengono costruite e lanciate strutture fondamentali per missioni spaziali: dai telescopi alle antenne, fino ai pannelli solari.
Il vantaggio principale risiede nella possibilità di trasportare oggetti di grandi dimensioni in forma compatta durante il lancio, per poi dispiegarli in orbita senza margini di errore. Un singolo difetto nel meccanismo di apertura potrebbe compromettere una missione intera, motivo per cui la ricerca si è concentrata sull’affidabilità dei movimenti. Le piegature radiali e simmetriche dei bloom patterns offrono maggiore stabilità strutturale rispetto ad altri modelli, come gli array a Z-fold, e permettono persino di immaginare applicazioni su membrane delicate come gli schermi solari dei telescopi spaziali.
Gli studiosi hanno dimostrato la versatilità di queste strutture costruendo non solo prototipi in scala ridotta, ma anche modelli a grandezza naturale, come una cupola di cartone ispirata al pattern Yoshimura. La simmetria circolare non è un dettaglio estetico: contribuisce a distribuire meglio le forze meccaniche e a garantire un’apertura uniforme.
Ma il potenziale dei bloom patterns non si esaurisce nello spazio. La ricerca, pubblicata sulla rivista Proceedings of the Royal Society A, mostra come lo stesso principio possa essere applicato a soluzioni terrestri: si parla di architetture temporanee e portatili, rifugi di emergenza pieghevoli, strutture per eventi, fino a componenti di robotica che richiedono la capacità di contrarsi ed espandersi. Per facilitare lo studio e la replicazione dei modelli, i ricercatori hanno creato un catalogo con schemi di piegatura, simulazioni digitali e persino un software che genera automaticamente i disegni dei bloom Yoshimura.
Se il passato dell’origami era legato all’arte e alla tradizione, potrebbe sembrare antitetico ma il suo futuro appare orientato verso l’ingegneria più avanzata.