Dall’energia solare all’acqua potabile: il dispositivo che sfida la siccità

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HDblog.it Sep 18, 2025 · 2 mins read
Dall’energia solare all’acqua potabile: il dispositivo che sfida la siccità
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Lo sapevate che esiste esiste un nuovo progetto che promette di rendere l’acqua potabile più accessibile nelle aree dove la scarsità idrica è un problema quotidiano? Un gruppo di ricerca dell’Ulsan National Institute of Science & Technology (UNIST), in Corea del Sud, ha sviluppato un sistema di desalinizzazione che sfrutta esclusivamente l’energia solare, senza bisogno di elettricità esterna. Il risultato è sorprendente: il prototipo riesce a produrre circa 3,4 litri di acqua dolce all’ora, un valore nettamente superiore a quello dei sistemi naturali di evaporazione solare, che si aggirano intorno a 0,3–0,4 litri.

Questa tecnologia si basa su un materiale particolare, l’ossido perovskite La0.7Sr0.3MnO3, il quale è capace di assorbire la luce solare e trasformarla in calore in maniera molto efficiente. Questo avviene grazie alla formazione di stati elettronici che facilitano la conversione dell’energia luminosa in energia termica, aumentando così la capacità di evaporazione.

Ma l’aspetto davvero interessante riguarda il design del dispositivo: una struttura a forma di “L rovesciata” che consente all’acqua di fluire in una sola direzione, spingendo il sale verso i bordi e impedendo che si accumuli sulla superficie attiva. In questo modo si riduce il rischio di incrostazioni e si mantiene costante l’efficienza del processo.

Il sistema ha superato anche test di durabilità in condizioni estreme: ha funzionato per due settimane in soluzioni saline con una concentrazione del 20%, più alta di quella tipica dell’acqua di mare. Questo dimostra che la tecnologia può resistere a lungo senza perdere capacità di evaporazione. Secondo i ricercatori, oltre alla produzione di acqua potabile, il dispositivo potrebbe avere applicazioni nell’estrazione sostenibile del sale e nel recupero di risorse.

Rispetto ad altri metodi di desalinizzazione, spesso costosi e ad alto consumo energetico, questa soluzione ha il vantaggio di essere a basso impatto ambientale, poiché utilizza esclusivamente l’energia del sole e non emette carbonio. Per questo motivo potrebbe diventare una risorsa preziosa nelle regioni dove l’accesso all’acqua è limitato e le infrastrutture elettriche scarse.

Il professor Ji-Hyun Jang, tra i coordinatori dello studio pubblicato su Advanced Energy Materials, ha sottolineato che il prossimo passo sarà la realizzazione di moduli più grandi, composti da numerosi evaporatori uniti in un unico sistema.