Il satellite NISAR (NASA-ISRO Synthetic Aperture Radar), frutto della collaborazione tra l’agenzia spaziale americana e quella indiana, ha inviato le sue prime immagini della superficie terrestre. Si tratta di un’anteprima di ciò che la missione, lanciata lo scorso 30 luglio dall’India, sarà in grado di offrire una volta entrata a pieno regime scientifico entro la fine del 2025.
Le prime osservazioni hanno riguardato due aree molto diverse tra loro: Mount Desert Island, lungo la costa del Maine, e un territorio agricolo nel Nord Dakota. Le immagini, acquisite con il radar ad apertura sintetica in banda L sviluppato dal Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, evidenziano foreste in verde, zone urbane e superfici dure in magenta, e specchi d’acqua in nero. Nella porzione nord-orientale dell’isola del Maine si distingue chiaramente la cittadina di Bar Harbor, mentre nell’immagine del Nord Dakota compaiono i campi coltivati a soia e mais, accanto a terreni lasciati a riposo e a zone di pascolo.
Il radar L-band, grazie alla sua lunghezza d’onda di 25 centimetri, è capace di penetrare le chiome forestali e di misurare spostamenti della superficie terrestre di pochi centimetri, qualità fondamentali per lo studio dei fenomeni geologici come terremoti, eruzioni vulcaniche o frane. Parallelamente, il radar in banda S fornito dall’ISRO, sensibile alla vegetazione più minuta, renderà possibile monitorare con precisione coltivazioni e praterie. NISAR è il primo satellite in assoluto a ospitare entrambi i sistemi radar, garantendo un livello di dettaglio mai raggiunto prima.
Con la sua antenna parabolica larga 12 metri, la più grande mai realizzata dalla NASA per un osservatorio terrestre, NISAR sorvolerà le terre emerse e le calotte polari due volte ogni 12 giorni, raccogliendo una mole di dati in grado di rivoluzionare il modo in cui osserviamo il nostro pianeta. Le applicazioni sono molteplici: dalla gestione delle emergenze naturali al monitoraggio delle infrastrutture, fino al supporto all’agricoltura e alla salvaguardia delle foreste e delle zone umide.
“Queste prime immagini mostrano solo una piccola parte del potenziale di NISAR”, ha spiegato Nicky Fox, a capo del Science Mission Directorate della NASA. “Sono il risultato di anni di lavoro di centinaia di scienziati e ingegneri da entrambe le parti del mondo, che hanno reso possibile la costruzione del sistema radar più avanzato mai messo in orbita”.
Il satellite è stato posizionato in orbita operativa a 747 chilometri di quota a metà settembre e comincerà la sua fase scientifica a novembre. Nei prossimi anni, le sue osservazioni forniranno agli scienziati e ai decisori politici uno strumento prezioso per comprendere meglio la Terra e affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico, dalla gestione delle risorse e dai rischi naturali.