L'arte è sempre stata un riflesso dei sogni più audaci dell'umanità e, da decenni, uno di questi sogni punta dritto verso le stelle. Per l'artista e creatrice di spettacoli multimediali Natasha Tsakos, l'idea di portare la performance teatrale oltre i confini terrestri non è mai stata una semplice fantasia, ma un obiettivo concreto, un "moonshot" come lo definisce lei stessa, coltivato sin dagli albori della sua carriera. Quell'obiettivo sta per compiere un passo decisivo verso la realtà con "Paraboles", un'impresa artistica e scientifica senza precedenti che si svolgerà il prossimo autunno.
Il progetto vedrà la realizzazione della prima performance multimediale al mondo in condizioni di microgravità. Non si tratta di un semplice esperimento, ma di un vero e proprio spettacolo concepito per essere filmato e trasformato in un'opera cinematografica.
Il palcoscenico sarà tanto unico quanto estremo: l'interno di "G-Force One", un Boeing 727-200 appositamente modificato della compagnia Zero-G. Durante il volo, l'aereo eseguirà una serie di 25 manovre paraboliche, ognuna capace di offrire circa 22 secondi di assenza di peso. In questi brevi e preziosi istanti, tre artisti daranno vita a una coreografia che esplora la tensione tra l'aggrapparsi e il lasciarsi andare, utilizzando le forze estreme della iper-gravità e della micro-gravità come elementi integranti della narrazione drammaturgica.
Questa avventura non è un'iniziativa solitaria. Tsakos ha riunito un team eccezionale che attinge all'esperienza di giganti nei rispettivi settori: la creatività corporea del Cirque du Soleil, l'eccellenza visiva del National Geographic e il rigore scientifico della NASA. L'iniziativa è prodotta in associazione con la Space Exploration Initiative del MIT, a testimonianza della sua doppia natura di esplorazione artistica e ricerca scientifica. L'obiettivo è quello di gettare le fondamenta per una nuova forma d'arte, sviluppando un linguaggio espressivo adatto a un ambiente dove le regole della fisica vengono temporaneamente riscritte.
L'impegno richiesto è enorme e la preparazione è meticolosa. Prima di fluttuare a bordo del "G-Force One", il team affronterà un intenso programma di addestramento di 15 giorni che include sessioni in tunnel del vento, immersioni subacquee in centri acquatici e voli su aerei acrobatici. Non solo, l'aspetto scientifico del progetto sarà curato da un responsabile di bio-astronautica, che monitorerà i parametri biometrici degli artisti durante la performance.
I dati raccolti confluiranno in una vera e propria ricerca scientifica pubblicata, aprendo la strada a un curriculum di formazione per futuri artisti spaziali. Il risultato finale di questo volo pionieristico sarà un film d'arte, un breve documentario e un'installazione immersiva, la cui prima è prevista per il 2026.