Si torna a parlare di dazi USA e delle conseguenze che questi avranno sulla produzione mondiale: la lettera indirizzata alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen con cui Donald Trump ha annunciato tariffe commerciali del 30% ha destato enorme preoccupazione a livello comunitario e nazionale.
In Italia agroalimentare, meccanica, farmaceutica e moda sono tra i settori maggiormente esposti, l'auspicio è che si trovi una soluzione condivisa entro il 1° agosto, giorno in cui i dazi entreranno in vigore. La Commissione Europea fa sapere di essere disposta a trattare, ma solo sulle barriere non tariffarie: come affermato poco fa dal vicedirettore generale della Direzione Commercio della CE Leopoldo Rubinacci, "la legislazione UE non è oggetto di negoziazione".
Le conseguenze delle tariffe commerciali saranno consistenti anche all'interno degli Stati Uniti: stimando una tariffa media del 20% per tutti i Paesi del mondo coinvolti, ci si attende per la seconda metà del 2025 un incremento dei prezzi di almeno il 10% per l'elettronica di consumo, inclusi smartphone e computer portatili. Contestualmente i produttori saranno costretti a ridurre i costi della catena di approvvigionamento, così da contenere il più possibile l'aumento dei prezzi di vendita. Il timore è infatti quello che i consumatori perdano potere d'acquisto, contribuendo così ad una drastica diminuzione dell'offerta.
Parallelamente, nessun'azienda intende essere la prima ad applicare l'aumento dei prezzi per timore di perdere quote di mercato. Molti produttori, poi, in questi ultimi mesi hanno aumentato sensibilmente le scorte presso i magazzini statunitensi nell'intento di anticipare i dazi: una volta terminati gli approvvigionamenti attuali, la merce dovrà necessariamente essere importata dall'estero, e il prezzo di vendita risentirà della maggiorazione causata dalla tariffa. ASUS, ad esempio, ha ancora un'autonomia di 3-6 mesi a seconda del tipo di prodotto, l'inventario di Acer è invece limitato ad un massimo di 8 settimane.
Emblematico è il caso del settore PC, cresciuto nel secondo trimestre del 6,5% su base annua con 68,4 milioni di unità spedite in tutto il mondo. Tale incremento è però gonfiato dagli approvvigionamenti strategici, e già a partire dal terzo trimestre il mercato statunitense potrebbe mostrare i primi segni di cedimento.