Secondo quanto riportato da The Verge, la compagnia aerea ha già iniziato a testare questa tecnologia nel 2023 su circa l'1% dei biglietti, e attualmente l'algoritmo influenza già il 3% delle tariffe. "Ci sarà un prezzo disponibile per quel volo, a quell'ora, per te, l'individuo", ha dichiarato il presidente di Delta, Glen Hauenstein, durante una call con gli investitori. Il manager ha descritto la transizione come "una completa reingegnerizzazione del modo in cui definiamo i prezzi", sottolineando che il processo sarà graduale e articolato su più anni.
Il sistema, sviluppato in collaborazione con la società specializzata Fetcherr — già partner di Virgin Atlantic, Azul, WestJet e VivaAerobus — agisce come una sorta di "super analista" sempre attivo, capace di valutare istantaneamente i dati contestuali per stabilire il prezzo ottimale da proporre a ogni singolo cliente.
La pratica di variare le tariffe a seconda delle condizioni di mercato non è nuova nel settore aereo. Da anni, i prezzi dei voli possono cambiare in base all'anticipo con cui si prenota, al canale utilizzato, o addirittura al tipo di dispositivo e browser. La novità, in questo caso, riguarda il livello di personalizzazione spinta introdotto dagli algoritmi di AI, che aspirano a definire il valore massimo accettabile per ogni utente sulla base del suo comportamento
Hauenstein ha ammesso che i primi risultati sono stati “incredibilmente favorevoli” dal punto di vista dei ricavi, ma ha anche riconosciuto i potenziali rischi: “Può essere molto pericoloso, se non controllato e non implementato correttamente”, ha dichiarato. Nonostante la trasparenza con cui Delta sta promuovendo l'iniziativa, la nuova politica tariffaria ha sollevato numerose perplessità.
Lo scorso maggio, la compagnia era già stata criticata per aver applicato prezzi più alti ai viaggiatori singoli rispetto ai gruppi, salvo poi fare marcia indietro. Ora, il ricorso a un'AI che analizza i clienti per stimarne la disponibilità a pagare riaccende il dibattito su pratiche considerate da alcuni invasive o addirittura manipolatorie.
"Stanno cercando di entrare nella mente delle persone per capire quanto possono farle pagare", ha dichiarato Justin Kloczko, analista di Consumer Watchdog, aggiungendo: "È come se stessero hackerando il nostro cervello". Preoccupazioni condivise anche dal senatore dell'Arizona, Ruben Gallego, che ha definito l'iniziativa una forma di "predatory pricing" finalizzata a "spremere ogni centesimo" dai passeggeri.
In un contesto in cui l'uso dell'intelligenza artificiale nella determinazione dei prezzi è destinato a crescere in diversi settori, il caso Delta potrebbe diventare un banco di prova per le autorità regolatorie, chiamate a stabilire fin dove ci si possa spingere nel nome dell'ottimizzazione dei profitti.