Deuteronilus Cavus: il cratere marziano fotografato da Mars Express

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HDblog.it Jun 09, 2025 · 2 mins read
Deuteronilus Cavus: il cratere marziano fotografato da Mars Express
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La sonda Mars Express dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha immortalato una porzione particolarmente interessante della superficie marziana, offrendo una visione dettagliata del cratere Deuteronilus Cavus, una formazione geologica situata in una zona di transizione tra gli altopiani meridionali accidentati e le pianure settentrionali più lisce del pianeta rosso. Lo scatto, realizzato nell’ottobre 2024 grazie alla High Resolution Stereo Camera (HRSC), documenta la stratificazione e la complessità di un territorio modellato da forze naturali per miliardi di anni.

Questo cratere, che oggi misura circa 120 chilometri di diametro, si sarebbe formato tra 4,1 e 3,7 miliardi di anni fa a seguito dell’impatto di un corpo celeste, in un periodo in cui il Sistema Solare era soggetto a intense bombardamenti da parte di asteroidi e comete. Col passare del tempo, la depressione originaria si è trasformata: erosione causata da acqua liquida, cicli di gelo e disgelo, accumuli di polveri vulcaniche e il passaggio di ghiacciai hanno modificato la morfologia della zona, ampliando il cratere ben oltre le sue dimensioni iniziali.

Le immagini rivelano una stratificazione geologica che ha molto da raccontare: sedimenti trasportati dal vento, lava solidificata, canali incisi che testimoniano il passaggio di acqua superficiale o il cedimento del terreno a causa dello svuotamento delle riserve idriche sotterranee. Questi elementi, secondo l’ESA, rappresentano importanti indizi per comprendere il clima e l’evoluzione geologica di Marte.

Particolarmente significativa è la presenza di minerali argillosi, che si formano generalmente attraverso l’interazione tra materiali vulcanici e acqua. Questo dettaglio rafforza l’ipotesi di ambienti abitabili in un lontano passato marziano, aprendo scenari affascinanti per la ricerca di tracce biologiche antiche.

Altri dettagli rilevati includono solchi lineari lungo i bordi del cratere, interpretati come le tracce lasciate da massi inglobati nei ghiacciai, che hanno inciso il terreno durante il loro movimento. La presenza di cosiddetti “grembiuli di detriti” – masse di ghiaccio miscelate a materiale roccioso – conferma che il sito è stato influenzato da una lunga fase di glaciazione. Anche il cuore del cratere mostra una varietà di forme: rilievi rocciosi, altipiani erosi, piccoli canali e pianure, probabilmente ciò che resta di un picco centrale collassato.

Infine, non passa inosservato lo spesso strato di cenere vulcanica scura che copre il fondale del cratere, né le "rughe" che si distendono nelle aree limitrofe, probabili tracce di antiche colate laviche solidificate. Tutti questi elementi concorrono a comporre un mosaico geologico che, come sottolineato dai ricercatori dell’ESA, rappresenta un “cocktail naturale” di eventi fondamentali per approfondire la comprensione dei processi che hanno forgiato Marte nel tempo.