Diabete: rivoluzionario impianto del MIT previene le crisi ipoglicemiche

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HDblog.it Jul 10, 2025 · 2 mins read
Diabete: rivoluzionario impianto del MIT previene le crisi ipoglicemiche
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Per chi convive con il diabete di tipo 1, l'ipoglicemia, ovvero un drastico calo dei livelli di zucchero nel sangue, rappresenta un pericolo costante e imprevedibile. Questa condizione può manifestarsi rapidamente e, se non trattata in tempo con un'iniezione di glucagone, può avere conseguenze gravi, specialmente durante il sonno o nei bambini, momenti in cui riconoscere i sintomi diventa difficile se non impossibile. Proprio per rispondere a questa esigenza critica, un team di ingegneri del Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha sviluppato un dispositivo che potrebbe rappresentare una vera e propria svolta nella gestione delle emergenze diabetiche.

Si tratta di un piccolo impianto, grande all'incirca quanto una moneta da un euro, progettato per essere posizionato sotto la pelle. La sua funzione è quella di agire come un sistema di sicurezza sempre attivo, pronto a intervenire in caso di necessità. Il dispositivo contiene una piccola riserva di glucagone, l'ormone che stimola il fegato a rilasciare zuccheri nel sangue, contrastando l'ipoglicemia. A differenza delle soluzioni liquide, che possono degradarsi nel tempo, i ricercatori hanno optato per una versione in polvere del farmaco, garantendone la stabilità per lunghi periodi.

Il meccanismo di rilascio è semplice: l'impianto è sigillato da una lega a memoria di forma, composta da nichel-titanio e grazie a una piccola antenna integrata, il dispositivo può ricevere un segnale wireless dall'esterno, ad esempio da un sensore per il monitoraggio continuo della glicemia che il paziente già utilizza. Questo segnale innesca una minima corrente elettrica che riscalda la lega metallica fino a 40 gradi Celsius. A questa temperatura, il metallo si deforma, aprendo il serbatoio e rilasciando la dose di glucagone in polvere nel corpo. Come sottolinea Siddharth Krishnan, autore principale dello studio, la capacità di dialogare con i sensori esistenti è una delle caratteristiche chiave di questo sistema di somministrazione digitale.

I test condotti sui topi diabetici hanno dato risultati estremamente incoraggianti. Una volta attivato l'impianto durante un calo glicemico, i livelli di zucchero nel sangue degli animali si sono stabilizzati entro dieci minuti, tornando a un intervallo di normalità. I ricercatori hanno inoltre verificato che il dispositivo può rimanere funzionale per almeno quattro settimane, anche in presenza di tessuto cicatriziale. L'obiettivo ora è estenderne la durata fino a un anno o più, prima di renderne necessaria la sostituzione.

Il potenziale di questa tecnologia non si ferma al diabete, poiché il team ha testato con successo anche una versione contenente epinefrina in polvere, dimostrando che il rilascio del farmaco aumenta la frequenza cardiaca e potrebbe quindi essere impiegato in caso di shock anafilattico o arresto cardiaco.