La Commissione EAT-Lancet 2025 ha pubblicato un report che mostra come il sistema alimentare globale stia "oltrepassando i limiti". Il riferimento è ai "limiti planetari", ovvero i nove valori soglia da non oltrepassare per garantire la salvaguardia dell'ecosistema. L'umanità ne ha già superati sette, quelli che riguardano acidificazione degli oceani, clima, biodiversità, suolo, acqua dolce e inquinamento da azoto e fosforo e nuove entità (pesticidi, antimicrobici e microplastiche).
La notizia è che i sistemi alimentari sono i maggiori responsabili di cinque di queste trasgressioni, oltre a contribuire a circa il 30% delle emissioni di gas serra a livello globale. Il che si ripercuote "naturalmente" su noi stessi, in termini di qualità e lunghezza di vita. È stato infatti dimostrato che cambiando dieta e trasformando il modo in cui produciamo, distribuiamo e sprechiamo il cibo, potremmo evitare fino a 15 milioni di morti premature all'anno, dimezzare le emissioni del settore alimentare e creare un sistema più giusto dal punto di vista sociale ed economico.
Più nel dettaglio, il report rivela una carenza comune in tutte le regioni del mondo: le diete sono costantemente carenti di frutta, verdura, frutta secca, legumi e cereali integrali. In molti luoghi, questo si accompagna a un eccesso di carne, latticini, grassi animali, zucchero e alimenti ultra-processati. Tutto il contrario rispetto alla Dieta per la Salute Planetaria, che enfatizza i vegetali mentre invita a limitare l'apporto di zuccheri aggiunti, grassi saturi e sale. I prodotti di origine animale sono da ritenersi facoltativi, o almeno se ne propone un consumo in quantità moderate.
Così Walter C. Willet, co-presidente della Commissione e professore di epidemiologia e nutrizione presso la Harvard TH Chan School of Public Health:
I risultati della Commissione rafforzano l'idea che la Planetary Health Diet sia positiva tanto per le persone quanto per il pianeta. Aumentando la produzione e il consumo di cereali integrali, frutta, verdura, frutta secca e legumi, possiamo migliorare la salute ovunque, nel rispetto delle tradizioni culturali e regionali.