Il mondo dell’intrattenimento e quello dell'intelligenza artificiale generativa tornano a scontrarsi, ma questa volta la questione è di maggior portata, se consideriamo che al centro della scena ci sono due giganti hollywoodiani: Disney e Universal. Mercoledì 11 giugno, le due case di produzione hanno presentato una causa contro Midjourney, celebre piattaforma di generazione di immagini tramite AI, accusandola di sfruttare in modo illecito i loro personaggi più iconici per scopi commerciali.
Secondo quanto riportato nel documento depositato presso un tribunale distrettuale della California centrale, Midjourney sarebbe responsabile della generazione e distribuzione su larga scala di immagini ispirate a personaggi coperti da copyright. Gli avvocati delle major cinematografiche non hanno usato mezzi termini, definendo Midjourney “un distributore automatico virtuale di copie non autorizzate” e “un pozzo senza fondo di plagio”.
Le accuse si fondano su esempi concreti, molti dei quali allegati alla documentazione del caso. L’elenco dei personaggi riprodotti include nomi di punta come Darth Vader, Shrek, Buzz Lightyear, Spider-Man, Elsa di Frozen, Yoda, Iron Man, i Minions, WALL-E, Aladdin, Groot, R2-D2 e molti altri. Tutte queste immagini sarebbero state generate su richiesta degli utenti, senza alcun controllo o filtro da parte della piattaforma.
Un punto particolarmente sensibile, secondo i querelanti, riguarda il prossimo lancio del generatore video di Midjourney. Disney e Universal temono che l’evoluzione dell’AI verso contenuti animati non farà altro che amplificare le violazioni già esistenti, permettendo di realizzare video che replicano fedelmente personaggi, ambientazioni e stili visivi delle loro produzioni, senza alcuna autorizzazione né compenso.
Un’altra questione sollevata è quella della promozione commerciale: i legali sostengono che Midjourney non solo consente la creazione di contenuti illeciti, ma sfrutta attivamente questi personaggi per attrarre nuovi utenti e incentivare l’uso del proprio servizio, a scopo di lucro. Le schermate della sezione “Explore” del sito ufficiale, dove sono visibili opere degli utenti, rafforzerebbero questa accusa.
La querela sottolinea anche come Midjourney non abbia mai risposto concretamente alle richieste formali di rimozione o di adeguamento ai vincoli del diritto d’autore, a differenza di altri servizi simili che hanno iniziato a introdurre sistemi di blocco per le richieste potenzialmente illecite.
Vale la pena ricordare che anche altre realtà tecnologiche sono finite sotto accusa per motivi simili: OpenAI è stata denunciata dal New York Times e da diversi autori tra cui George R.R. Martin, mentre Anthropic è oggetto di cause da parte di editori musicali e perfino di Reddit.