Dispositivi per la pulizia dell'aria, lo studio: efficacia reale incerta e rischi sottovalutati

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HDblog.it Aug 21, 2025 · 2 mins read
Dispositivi per la pulizia dell'aria, lo studio: efficacia reale incerta e rischi sottovalutati
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Un ampio e approfondito studio pubblicato su Annals of Internal Medicine solleva dubbi sull'efficacia e sulla sicurezza dei dispositivi portatili per la pulizia dell'aria, sempre più diffusi in scuole, ospedali e luoghi di lavoro con l'obiettivo dichiarato di ridurre la trasmissione di virus come COVID-19 e influenza. L'analisi, condotta da ricercatori di tre università e due agenzie scientifiche governative, ha preso in esame 672 studi pubblicati tra gli anni Venti e il 2023, rivelando che solo una minima parte ha valutato davvero l'impatto sull'uomo.

TEST SU PERSONE ANCORA RARI

Secondo i dati raccolti, appena l'8% delle ricerche ha misurato l'efficacia dei dispositivi sugli individui, mentre oltre il 90% si è limitato a test in ambienti chiusi non occupati o su animali. Per esempio, dei 44 studi dedicati all'ossidazione fotocatalitica – una tecnologia che genera sostanze chimiche per uccidere i microbi – soltanto uno ha verificato se riducesse davvero le infezioni nelle persone. Ancora più limitata la ricerca su altre soluzioni: 35 studi sulle tecnologie al plasma e 43 su filtri arricchiti con nanomateriali non hanno incluso alcun test umano.

Questi dati evidenziano un divario tra le promesse commerciali e le prove scientifiche disponibili. Molte aziende pubblicizzano infatti i propri prodotti come in grado di eliminare virus e batteri dall'aria, ma senza evidenze cliniche non è possibile stabilire se l'efficacia dichiarata corrisponda alla realtà.

RISCHI POCO VALUTATI

Lo studio sottolinea anche un altro aspetto critico: la sicurezza. Alcune tecnologie funzionano producendo sostanze come ozono, formaldeide e radicali ossidrilici, che se inalati possono risultare dannosi per la salute. Eppure, su 112 studi che hanno analizzato sistemi di sanificazione basati su processi chimici, solo 14 hanno valutato la presenza di sottoprodotti potenzialmente nocivi. Una differenza sostanziale rispetto alla ricerca farmaceutica, dove la valutazione della sicurezza rappresenta uno standard imprescindibile.

Gli autori avvertono che senza dati solidi sui possibili rischi non è consigliabile un impiego massiccio di questi dispositivi negli spazi pubblici. I ricercatori propongono quindi di introdurre protocolli più rigorosi per testare sia l'efficacia reale sia gli eventuali effetti collaterali delle tecnologie di filtraggio e disinfezione dell'aria.

COSA RESTA DA CHIARIRE

Oltre il 90% degli studi si è concentrato sull'analisi dell'aria stessa – misurando per esempio la riduzione di polveri, particelle o microrganismi – senza però dimostrare con chiarezza quanto questi miglioramenti si traducano in una riduzione effettiva delle infezioni umane.

Gli esperti sostengono che individuare le soluzioni più sicure ed efficaci richiederà non solo test in ambienti reali con la presenza di persone, ma anche una standardizzazione dei metodi di valutazione. Solo in questo modo sarà possibile prendere decisioni informate e basate su evidenze per migliorare la qualità dell'aria in scuole, ospedali, strutture pubbliche e abitazioni.