In un’epoca in cui ogni argomento diventa oggetto di dibattito – acceso, litigioso, spesso polarizzante – sorprende che una serie pluripremiata come And Just Like That sia del tutto priva di argomenti. È quasi paradossale: ci si aspetterebbe che cinque donne tra i cinquanta e i sessant’anni abbiano molto da dirsi e da dirci, forse addirittura più di quando ne avevano trenta. E invece no: sono delle irriconoscibili, silenziose, noiose e immature donne piene di soldi.
Qui il teaser della terza stagione di "And Just Like That..."C’è stato un momento in cui Carrie Bradshaw e le sue amiche ridefinivano l’immaginario femminile televisivo. Sex and the City, pur con tutti i limiti dell’epoca, rappresentava uno spazio narrativo unico, in cui desiderio, amicizia e imperfezioni erano al centro della trama con disarmante sincerità. Poi è arrivato And Just Like That e, con una raffica di colpi di scena talmente irrilevanti da essere dei non sense e una sequela di evidenti buchi di trama, quel patrimonio narrativo è stato svuotato: da contenuto è diventato un contenitore. Superglam, forse più di prima, ma pur sempre un banale contenitore.
Che fine ha fatto l'amicizia e chi sono queste tre?
Le protagoniste sono ormai irriconoscibili e non per una naturale evoluzione emotiva dovuta al tempo che passa, ma per un’involuzione adolescenziale quasi grottesca. Carrie (Sarah Jessica Parker), Miranda (Cynthia Nixon) e Charlotte (Kristin Davis) appaiono come adolescenti isteriche, superficiali e mal dirette. Non c’è introspezione, né conflitto, né tensione narrativa, non c'è passione, non c'è amicizia, non ci sono battute, non ci sono icone per quanto sia evidente lo sforzo di crearne, macchiettizzando due nuove "amiche". E parliamo di un'ombra di scimmiottamento della nostra cara, vecchia Samantha Jones (Kim Cattral), cioè Sarita Choudhury che suo malgrado interpreta l'agente immobiliare Seema Patel e la mamma vip, nera con i lineamenti da bianca, regista femminista e politicizzata con l'attico a Park Avenue Lisa Todd Wexley, interpretata da Nicole Ari Parker.
Quelle che c'erano trent'anni fa sembravano più mature allora, più consapevoli, più umane. E soprattutto, erano legate da un’amicizia che si manifestava in dialoghi autentici, gesti affettuosi, emozioni condivise. Oggi, Carrie si infastidisce se Miranda mangia il suo yogurt. I momenti in cui le "ragazze", tutte, sono insieme trasmettono un senso di imbarazzata costrizione, come se si frequentassero per obbligo. Gli scambi di battute si interrompono tra frecciatine e silenzi, mentre le conversazioni vere – quelle che raccontano qualcosa – non esistono.
è tutta una sfilza di overreaction per questioni che durano trenta secondi
E il sesso? Anche lui sparito come Mr. Big nella prima puntata della prima stagione. E dire che la questione del sesso tra le over è un tema super attuale, ci voleva veramente poco per trasformarlo in argomento. Trent’anni fa queste donne erano sfaccettate, complesse, autentiche e coerenti. Si esploravano attraverso il desiderio e l'amicizia, ci lasciavano intuire reazioni e pensieri prima ancora che accadessero. Ora, nella patinata e addomesticata nostalgia di And Just Like That, sono ridotte a caricature. Anzi, no: sembrano personaggi scritti da adolescenti che provano a immaginare la mezza età, con gli strumenti acerbi che hanno.
Le protagoniste – vecchie e nuove – sembrano incapaci di instaurare relazioni vere, perfino amicali: la serie è tutta una overreaction per fatti veramente ridicoli, è tutto un ascoltare dialoghi superficialissimi, che non atterrano da nessuna parte, che non si capisce cosa vogliano dirci perché probabilmente non vogliono dirci niente. Chi sono queste signore cinquantenni? Sembrano comparse in uno sketch parodico: vivono giornate vuote, risse improvvise e trame sfilacciate in cui i drammi evaporano in pochi secondi. La scrittura? Sembra il prodotto di un algoritmo con un debole per il cringe.
E vogliamo dedicare proprio due righe alla inverosimile storia tra Aidan e Carrie: una riesumazione di cadavere che è l’emblema di questa deriva, cioè una lunga parentesi noiosa travestita da dramma. Aidan è piatto, paternalista e irritante. Carrie, d’altro canto, è diventata contraddittoria, egocentrica, nervosa, capricciosa, fuori tempo emotivo e noiosa quanto lui.