Dormiamo insieme? Assolutamente no: studi confermano che le donne dormono malissimo accanto al partner

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(La redazione di fem) Sep 14, 2025 · 3 mins read
Dormiamo insieme? Assolutamente no: studi confermano che le donne dormono malissimo accanto al partner
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Russano, si muovono, si agitano: gli uomini disturbano il - già fisiologicamente frammentato - sonno delle partner donne. Pare infatti che a suffragare l'impressione di molte donne di dormire peggio quando condividono il letto, ci siano degli studi.

Sappiamo allora che per una combinazione di vulnerabilità fisiche, tensioni emotive e condizionamenti culturali le donne dormono peggio quando nel letto con loro c'è un uomo. Al contrario, molti uomini traggono dalla vicinanza della partner un senso di sicurezza che favorisce il sonno.

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ti amo ma per favore vai a dormire altrove

Dormire accanto a chi si ama è, per molte persone, il simbolo stesso dell’intimità: un gesto consueto che racchiude affetto, sicurezza e presenza. Ma quando si osserva la questione da un punto di vista meno idealizzato e romanticizzato e più biologico, psicologico e culturale emerge una realtà fatta di disagi e notti insonni: molte donne, durante la convivenza notturna con il partner, sperimentano una qualità del sonno inferiore rispetto a quella che avrebbero dormendo da sole.

La prima ragione è legata a una maggiore sensibilità neurofisiologica. Le donne, infatti, hanno un sonno tendenzialmente più “leggero” e frammentato. Questo non dipende solo da abitudini o stress, ma da una predisposizione biologica evolutiva: per secoli, sono state loro a occuparsi dei neonati, a restare vigili nei momenti di pericolo domestico, a percepire i cambiamenti nell’ambiente. Anche oggi, quella vigilanza notturna permane. Quando dormono accanto a qualcuno, soprattutto se quel qualcuno si muove spesso, russa o emana calore in eccesso, il cervello femminile resta parzialmente “attivo”, pronto a reagire.

biologia, cultura, psiche: le donne che dormono male o non dormono

A questa sensibilità si aggiunge una componente ormonale complessa. Le fluttuazioni di estrogeni e progesterone, legate al ciclo mestruale, alla gravidanza o alla menopausa, influenzano direttamente il ritmo sonno-veglia. Durante alcune fasi del mese, molte donne sono naturalmente più inclini all’insonnia o a una qualità del sonno altalenante. Quando il sonno è già fragile per motivi fisiologici, la condivisione del letto può diventare un ulteriore fattore destabilizzante. Ma non finisce qui. Esiste una dimensione psicologica e relazionale che va considerata.

Dormire con il partner può attivare dinamiche emotive sottili ma potenti. Per alcune donne, la notte non è solo un momento di riposo, ma anche un territorio in cui si manifestano ansie relazionali, tensioni irrisolte, sensi di colpa o aspettative interiorizzate. Il corpo può apparire rilassato sotto le coperte, ma la mente resta in uno stato di allerta invisibile. Invece di lasciarsi andare, si resta in ascolto di un respiro che cambia, di un gesto trattenuto, del silenzio che a volte pesa più delle parole.

il mito intoccabile della "sacralità del letto matrimoniale"

Infine, c’è l’aspetto culturale, forse il più sottovalutato. In molte società, la pratica di dormire in letti o stanze separate è vista con sospetto, quasi fosse l’anticamera della crisi di coppia. Si parla di “divorzio del sonno” con toni drammatici, come se la distanza notturna equivalesse alla distanza affettiva. Eppure, in paesi come il Giappone o la Svezia, dormire separati è una prassi comune, adottata per garantire a ciascun partner il proprio spazio di riposo. In Italia, invece, il mito del letto matrimoniale come ultimo baluardo dell’amore resiste. Molte donne si adeguano, anche se questo significa sacrificare ore preziose di sonno.

Ma separare i letti - o anche le camere da letto, per chi può - non è un capriccio né l'alba di una crisi di coppia. È una tutela per la propria salute mentale e fisica. La ricerca scientifica, come ha documentato la NBC ha confermato che il sonno femminile è letteralmente compromesso dalla presenza di un compagno.

Gli uomini, al contrario, sembrano beneficiarne: la vicinanza della partner riduce l’ansia, abbassa i livelli di cortisolo, e infonde un senso di protezione che li conduce dolcemente tra le braccia di Morfeo. E come detto non è solo questione di biologia ma anche di cultura.