Al Salone dell'aeronautica di Parigi, l'attenzione non è stata catturata soltanto dai jet pilotati da esseri umani, ma da una nuova frontiera del dominio dei cieli: i gregari autonomi. Le aziende statunitensi Anduril Industries e General Atomics hanno presentato al mondo i modelli in scala reale dei loro droni da combattimento, progettati per affiancare e supportare il caccia di sesta generazione F-47, attualmente in fase di sviluppo. Si tratta di un passo concreto verso un nuovo paradigma nella guerra aerea, dove l'uomo e l'AI collaboreranno in missioni ad altissimo rischio.
Questi velivoli, denominati rispettivamente YFQ-44A ‘Fury’ da Anduril e YFQ-42A da General Atomics, non sono semplici droni da ricognizione, ma veri e propri aerei da combattimento senza pilota. Una volta in battaglia, opereranno in piena autonomia, svolgendo missioni di superiorità aerea, combattimento aria-aria e ricognizione, estendendo di fatto le capacità e il raggio d'azione dei velivoli con pilota. L'obiettivo strategico, come confermato da diverse fonti ufficiali, è chiaro: garantire la supremazia nei cieli in futuri scenari di conflitto, con un occhio di riguardo alla regione dell'Indo-Pacifico, dove le tensioni geopolitiche sono in aumento.
Il programma, noto come Next-Generation Air Dominance (NGAD), rappresenta la scommessa più audace dell'aeronautica statunitense sull'AI applicata al combattimento. L'idea di fondo è quella di creare una "massa da combattimento" più ampia, schierabile in tempi più rapidi e a costi inferiori rispetto ai tradizionali caccia. Secondo le informazioni condivise dal capo di stato maggiore dell'US Air Force, il generale David Allvin, si prevede di avere quasi mille di questi droni operativi entro il 2029. Questi "scudieri" avranno un raggio di combattimento di oltre 1.300 chilometri, agendo come sensori e piattaforme d'arma avanzate per l'F-47, il quale a sua volta potrà contare su un raggio operativo di oltre 1.850 chilometri, quasi il doppio del suo predecessore, l'F-22 Raptor.
La decisione sulla produzione di questi nuovi assetti è attesa per il 2026. Come spiegato da Jackson Lingane, responsabile della comunicazione di Anduril, non si tratta di un progetto statico, ma di uno sviluppo continuo. La tecnologia e le capacità di questi droni verranno costantemente aggiornate e migliorate, in un processo di innovazione incrementale.
Ricordiamo che questa corsa tecnologica è alimentata anche dai progressi della Cina, che sta testando in volo i propri caccia di sesta generazione, come il J-36 e il J-50. La capacità di schierare rapidamente una forza tecnologicamente avanzata e numericamente significativa è vista come un elemento primario per mantenere un vantaggio strategico e un efficace deterrente.