Droni stealth con connettività mobile: la Russia li usa in Ucraina

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HDblog.it Jun 09, 2025 · 2 mins read
Droni stealth con connettività mobile: la Russia li usa in Ucraina
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I droni sono diventati strumenti centrali della strategia offensiva Russa in Ucraina, ma non sono protagonisti solo in questo scenario bellico. Non si tratta più solo di velivoli senza pilota telecomandati, e se parliamo dei modelli prodotti dal paese di Putin, ormai siamo di fronte a dispositivi sofisticati, capaci di eludere i radar, comunicare tramite SIM e danneggiare obiettivi con testate incendiarie e a frammentazione. La produzione di questi droni avviene nella zona industriale di Alabuga, in Tatarstan, dove Mosca ha impiantato linee produttive dedicate alla costruzione dei famigerati Shahed, inizialmente acquistati dall’Iran.

Questi droni, noti per la loro economicità rispetto a missili o jet da combattimento, stanno assumendo nuove forme. L’ultima evoluzione prevede un rivestimento in carbonio, capace di assorbire le onde radar piuttosto che rifletterle, rendendo il velivolo difficile da rilevare. Una modifica che, da sola, cambia le carte in tavola per le difese ucraine, spesso basate su intercettazioni radar.

Oltre alla mimetizzazione, i nuovi Shahed sono dotati di SIM card che consentono una trasmissione di dati verso la Russia tramite reti mobili. Questo tipo di connettività permette ai droni di comunicare le loro posizioni o missioni anche in aree dove le comunicazioni militari convenzionali potrebbero essere disturbate o bloccate. Non si tratta solo di attacco, ma anche di raccolta e invio di informazioni in tempo reale.

Altro elemento innovativo riguarda l’armamento. Secondo fonti ucraine, le ultime ondate di attacchi hanno coinvolto droni armati con testate incendiarie e a frammentazione. Le prime sono capaci di generare incendi estesi, mentre le seconde disperdono schegge letali su un ampio raggio, aumentando il potenziale distruttivo in aree urbane e postazioni militari.

Ma non tutti i droni inviati da Mosca sono reali bersagli: una parte consistente, circa il 40% secondo quanto affermato da funzionari di Kyiv a inizio maggio, è costituita da esche. Si tratta di droni decoy che ingannano le difese antiaeree ucraine, costringendole a consumare munizioni su obiettivi fittizi e lasciando spazio ad altri UAV per raggiungere gli obiettivi principali.

Una delle strategie più recenti prevede inoltre l’utilizzo di droni controllati tramite cavi in fibra ottica anziché segnali radio. Questa scelta riduce drasticamente la vulnerabilità a contromisure elettroniche, aumentando l’affidabilità operativa anche in ambienti ad alta densità di disturbi. Secondo il comandante ucraino Andriy, uno dei maggiori ostacoli è proprio l’instabilità delle frequenze radio:

“Cambiano ogni due settimane, quindi i droni che ci vengono forniti diventano inutilizzabili all’80% e dobbiamo continuamente aggiornarli, con costi e ritardi considerevoli”.

La possibilità di produrre in serie questi droni a basso costo consente alla Russia di lanciare centinaia di attacchi mensili, senza preoccuparsi troppo delle perdite. Al contrario, per l’Ucraina ogni drone abbattuto rappresenta un costo elevato, sia in termini economici che logistici. Un’asimmetria che rischia di incidere profondamente sugli equilibri del conflitto in corso.