Droni zanzara per spionaggio e non solo: quando la tecnologia imita la natura

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HDblog.it Jun 25, 2025 · 3 mins read
Droni zanzara per spionaggio e non solo: quando la tecnologia imita la natura
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L'idea di replicare il mondo animale per creare nuove tecnologie affascina da sempre ingegneri e scienziati. Dalle forme aerodinamiche ispirate agli uccelli fino ai sistemi di sonar che imitano i delfini, la natura si è dimostrata una fonte inesauribile di ispirazione. Oggi, questa tendenza, nota come biomimetica, sta raggiungendo nuove mete nel campo della robotica, con la creazione di macchine sempre più piccole e agili, capaci di replicare il volo e i movimenti degli insetti. È in questo scenario che si inserisce l'ultima novità proveniente dalla Cina: un drone dalle dimensioni di una zanzara, pensato per cambiare le carte in tavola nelle operazioni di sorveglianza e intelligence.

Presentato da uno studente dell'Università Nazionale di Tecnologia della Difesa (NUDT), questo minuscolo velivolo rappresenta un notevole passo avanti nella micro-robotica militare.

"Nella mia mano stringo un robot simile a una zanzara," ha spiegato Liang Hexiang a una televisione cinese, mostrando il prototipo. "Robot bionici in miniatura come questo sono particolarmente adatti alla ricognizione di informazioni e alle missioni speciali sul campo di battaglia." Si parla di un drone dotato di due ali simili a foglie, capaci di sbattere proprio come quelle di un insetto, e di tre sottilissime "zampe" che potrebbero consentirgli di posarsi su diverse superfici per osservare l'ambiente circostante senza essere notato.

La sfida ingegneristica dietro a un simile dispositivo è enorme. Realizzare componenti come batterie, sensori, sistemi di controllo e di comunicazione in un pacchetto così minuto, senza sacrificarne la funzionalità, è un'impresa che spinge la tecnologia ai suoi limiti attuali.

A differenza dei droni più grandi, che si affidano a motori rotanti, questi micro-velivoli utilizzano meccanismi di volo completamente diversi. Spesso si ricorre ad attuatori piezoelettrici, sottili strati di materiale ceramico che si contraggono e si espandono quando attraversati da una corrente elettrica, agendo come veri e propri muscoli artificiali per muovere le ali a velocità elevate. Anche i materiali giocano un ruolo chiave: si utilizzano compositi ultraleggeri come la fibra di carbonio e polimeri avanzati, assemblati con tecniche di precisione quasi chirurgica.

Tecnologia 23 Giu

Tecnologia 24 Giu

La Cina, tuttavia, non è l'unica nazione a percorrere questa strada. La corsa alla miniaturizzazione è un fenomeno globale. La Norvegia, ad esempio, ha sviluppato da tempo il "Black Hornet", un micro-drone grande quanto un palmo di una mano, già in servizio presso le forze armate di numerosi paesi occidentali, inclusi gli Stati Uniti. Con un peso di poche decine di grammi, l'ultima versione di questo drone offre una maggiore autonomia e resistenza, dimostrando la maturità di questa tecnologia per la ricognizione a corto raggio. Nel mondo accademico, l'Università di Harvard è all'avanguardia con il suo progetto "RoboBee", un drone-insetto capace non solo di volare e posarsi, ma persino di immergersi in acqua e riemergere.

Sebbene le prime applicazioni a cui si pensa siano inevitabilmente di natura militare – dallo spionaggio in ambienti urbani alla ricognizione tattica in zone di combattimento – le potenzialità di questi micro-automi si estendono ben oltre.

Si sta studiando il loro utilizzo in medicina, per la somministrazione mirata di farmaci all'interno del corpo umano o per eseguire diagnosi e interventi chirurgici di precisione mai visti prima. Potrebbero inoltre diventare strumenti preziosi per il monitoraggio ambientale, perlustrando aree inquinate, controllando lo stato di salute delle colture agricole o aiutando nelle operazioni di ricerca e soccorso dopo un disastro naturale, infilandosi in anfratti inaccessibili per l'uomo e per i robot più grandi.