È morto Jim Lovell, il comandante che riportò a casa Apollo 13

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HDblog.it Aug 09, 2025 · 2 mins read
È morto Jim Lovell, il comandante che riportò a casa Apollo 13
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James “Jim” Lovell, figura leggendaria della corsa allo spazio e comandante della drammatica missione Apollo 13, è morto giovedì all’età di 97 anni. La notizia è stata diffusa dalla NASA, che lo ha ricordato come un uomo dal coraggio incrollabile e un esempio di leadership nei momenti più difficili.

Lovell fu uno dei pochi astronauti a volare due volte verso la Luna. La sua carriera spaziale iniziò nel 1962, quando fu scelto tra i “Next Nine” di NASA. La prima esperienza nello spazio arrivò con Gemini 7, nel 1965, in una missione record di due settimane, seguita dal comando di Gemini 12, che vide i primi EVA di successo compiuti da Buzz Aldrin.

Il salto verso le missioni lunari avvenne con Apollo 8, nel dicembre 1968: Lovell, insieme a Frank Borman e Bill Anders, divenne uno dei primi esseri umani a orbitare attorno alla Luna, e proprio durante quella missione fu scattata la storica foto dell’“Earthrise”, simbolo del fragile splendore del nostro pianeta. Ma non fu lui a fare il click, bensì il suo collega Bill Anders.

Il capitolo più noto della sua vita arrivò però con Apollo 13, nell’aprile 1970. Quella che doveva essere la terza missione di allunaggio si trasformò in una lotta per la sopravvivenza quando un’esplosione nel modulo di servizio compromise gravemente l’astronave. Grazie alla freddezza e alle decisioni strategiche prese in coordinamento con il team di Houston, Lovell e i compagni Fred Haise e Jack Swigert rientrarono sulla Terra sani e salvi, cinque giorni dopo il lancio.

La frase “Houston, abbiamo avuto un problema” divenne emblematica, e la vicenda fu raccontata nel 1995 nel film “Apollo 13”, con Tom Hanks nei panni del comandante.

Oltre alle 4 missioni spaziali, Lovell accumulò quasi 30 giorni in orbita e divenne il primo astronauta a volare nello spazio per quattro volte.

Dopo il ritiro nel 1973, intraprese una carriera manageriale di successo, ricoprendo incarichi di vertice in diverse aziende. Partecipò anche a iniziative per la promozione della scienza e della forma fisica, guidando la President’s Council on Physical Fitness and Sports.

Nel corso della vita ricevette numerosi riconoscimenti, tra cui la Medal of Freedom, la NASA Distinguished Service Medal e l’inserimento nella U.S. Astronaut Hall of Fame. Una statua a Houston lo ritrae con l’equipaggio di Apollo 13, mentre un cratere lunare porta il suo nome.

Lovell lascia quattro figli, undici nipoti e nove pronipoti. Con la sua scomparsa, restano solo cinque le persone ancora in vita tra coloro che hanno viaggiato fino alla Luna durante il programma Apollo. Per la famiglia, gli amici e il pubblico che lo ammirava, Jim Lovell resterà sempre il capitano che, di fronte all’impossibile, trovò la rotta di casa.