La NASA ha ufficialmente svelato il nuovo gruppo di candidati astronauti, dieci professionisti che potrebbero entrare nella storia delle missioni lunari e, in prospettiva, di quelle marziane. L’annuncio è arrivato il 22 settembre al Johnson Space Center di Houston, durante una cerimonia che ha richiamato l’attenzione di tutto il mondo aerospaziale.
Il team, composto da cinque uomini e cinque donne, è il ventiquattresimo nella storia dell’agenzia spaziale statunitense e il primo a essere selezionato dal 2021. Per arrivare a questa rosa di dieci, la NASA ha valutato oltre 8.000 candidature, a conferma del fascino intramontabile che la carriera da astronauta continua a esercitare.
Il percorso che li attende non sarà breve: da gennaio inizieranno due anni di addestramento di base, che comprende simulazioni di volo spaziale, attività extraveicolari, ingegneria e gestione delle emergenze. Una formazione intensa che li porterà a essere pronti proprio nel momento in cui la NASA punta a consolidare la presenza umana sulla Luna con il programma Artemis. Questa classe non sarà arruolata per Artemis 3, la missione prevista come primo ritorno umano sul suolo lunare dopo cinquant’anni, ma potrà essere coinvolta nelle fasi successive, quando si punterà a una permanenza stabile sul nostro satellite naturale e, in seguito, a missioni verso Marte.
Tra i nuovi volti spiccano figure con competenze diversificate. C’è Ben Bailey, ufficiale dell’esercito con oltre 2.000 ore di volo; Lauren Edgar, geologa che da 17 anni collabora con le missioni dei rover su Marte; Adam Fuhrmann e Cameron Jones, entrambi piloti collaudatori dell’aeronautica con centinaia di ore di volo operativo; e ancora Yuri Kubo, ex dirigente SpaceX, e Rebecca Lawler, ex ufficiale della Marina e pilota collaudatore anche per la NOAA come “cacciatrice di uragani”.
Accanto a loro Anna Menon, ingegnera biomedica che ha già volato nello spazio con la missione privata Polaris Dawn; Imelda Muller, medico anestesista con esperienza di supporto a missioni subacquee; Erin Overcash, pilota della Marina con alle spalle atterraggi su portaerei e un passato da atleta olimpica; e infine Katherine Spies, pilota di elicotteri da combattimento e test pilot con oltre 2.000 ore di volo.
Questi candidati, noti con l’acronimo ASCAN, non saranno solo destinati alla Luna o a Marte. Con la Stazione Spaziale Internazionale verso la pensione, prevista intorno al 2030, la NASA guarda già ai futuri avamposti in orbita terrestre bassa sviluppati da aziende come Blue Origin, Axiom Space e Vast Space. Proprio questa generazione di astronauti potrebbe essere la prima a vivere e lavorare su stazioni spaziali commerciali, aprendo la strada a un nuovo modello di esplorazione e ricerca.
Durante la presentazione, Norm Knight, direttore delle operazioni di volo, ha definito la selezione “competitiva e difficilissima”, sottolineando come il gruppo rappresenti non solo eccellenza professionale ma anche un simbolo di ispirazione. Sean Duffy, amministratore ad interim della NASA, ha ribadito l’obiettivo di battere la concorrenza internazionale.
“Torneremo sulla Luna e questa volta resteremo, imparando ciò che ci servirà per arrivare su Marte e oltre”.