Ecco la verità dietro i concerti cancellati e i biglietti a 10 euro: secondo Lucarelli, è una truffa del sistema ai danni dei cantanti

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(La redazione di fem) Jun 18, 2025 · 3 mins read
Ecco la verità dietro i concerti cancellati e i biglietti a 10 euro: secondo Lucarelli, è una truffa del sistema ai danni dei cantanti
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Artisti emergenti illusi di tour da milioni, ma sommersi dai debiti: Selvaggia Lucarelli smaschera il meccanismo dei ticket a 10 € e dei concerti annunciati in pompa magna. Dua Lipa-Raffaella Carrà canta in italiano "A far l'amore comincia tu"

Il grande inganno dei tour: come il sistema musicale illude gli artisti e li sommerge di debiti

Negli ultimi anni, sempre più artisti annunciano trionfalmente concerti in stadi e palazzetti, salvo poi spostarli, annullarli o svendere i biglietti. Ma cosa si nasconde davvero dietro? Un meccanismo malato che – come raccontano Federico Zampaglione e Selvaggia Lucarelli – inganna i cantanti e li trascina in una spirale di flop, figuracce e debiti pesanti.

L’illusione del successo: “Fallo negli stadi, ti riempio io!”

Con un lungo post teatrale e lucidissimo, Federico Zampaglione, frontman dei Tiromancino, ha raccontato il copione ormai standard per molti artisti emergenti.

L’organizzatore cavalca il successo virale di un singolo, convince il cantante a puntare alto: “Tour negli stadi! Sarà sold out!”. L’artista esulta, si espone sui social, vende sogni. Ma poi i biglietti non si vendono, e l’organizzatore richiama: “La piantina di TicketOne è tutta verde”.

Ed ecco la proposta: “Riempio io lo stadio, ma ti accolli i costi: biglietti a 1 euro, regalati ai dipendenti, distribuiti nei supermercati, contest online”. E così, mentre l’immagine pubblica resta “pulita”, il cantante comincia a sprofondare nei debiti. “Da questo momento tutto ciò che guadagni per un buon 85% è mio” scrive Zampaglione nel suo racconto. “Solletica l’ego di qualcuno, meglio se ingenuo, e poi… mangiaci sopra a vita”.

Selvaggia Lucarelli: “Un sistema che finge guadagni e genera debiti”

Anche Selvaggia Lucarelli, nella sua inchiesta pubblicata nella newsletter, parla con toni crudi di un’industria musicale trasformata in una fabbrica di illusioni.

Diverse fonti anonime le hanno spiegato come il modello economico attuale – ridotto all’osso dallo streaming e devastato dal Covid – non regge più. E mentre le major guadagnano pochissimo da Spotify, gli artisti vedono solo le briciole: “100 milioni di ascolti fruttano tra gli 80 e i 90 mila euro a chi canta quella hit”, scrive.

Il risultato? I tour diventano l’unico modo per far cassa. Ma se i biglietti non si vendono, scatta la retromarcia. Tour ridotti, concerti cancellati “per motivi tecnici” o trasformati in showcase aziendali, come succederebbe – secondo l’inchiesta – anche a grandi nomi come Elodie, che avrebbe recuperato le perdite del Forum cantando per convention private.

Sold out farlocchi, contratti trappola e l’anello che non tiene

Secondo le testimonianze raccolte dalla Lucarelli, il sistema oggi ti costruisce l’hype, ma non il pubblico vero. E il flop non è solo un fallimento d’immagine:
è un disastro economico per gli artisti, che spesso devono pagare di tasca propria i costi della macchina live. Il meccanismo è crudele: l’immagine va protetta a tutti i costi, perché “se ti leghi alla parola flop, salta tutto: sponsor, media, credibilità”, come scrive Zampaglione.

E intanto, chi ha firmato contratti con manager senza scrupoli si ritrova prigioniero di accordi capestro, senza via d’uscita: vuoi rescindere? Prima ripaga tutto.

Il vero prezzo della fama

I finti sold out e le tournée fantasma non sono solo bugie da copertina: sono la punta dell’iceberg di un sistema che brucia talenti, mette giovani artisti sotto pressione e li usa come carne da macello per la prossima campagna social. E chi si espone – come Zampaglione e Lucarelli – rischia di rompere un silenzio comodo per troppi.