Educazione alla menopausa su Real Time con "La clinica della longevità": storie vere, lacune del sistema e come affrontare la rinascita

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(La redazione di fem) Oct 16, 2025 · 5 mins read
Educazione alla menopausa su Real Time con
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Un appuntamento televisivo per accendere la discussione là dove spesso cala il silenzio. Giovedì 16 ottobre alle 21:30 su Real Time va in onda lo speciale La clinica della longevità, disponibile anche in streaming su discovery+: quattro donne raccontano la propria esperienza con la menopausa e il percorso di rinascita intrapreso grazie a un team medico dedicato. Rompere i tabù sui cambiamenti ormonali: scopriamo il ruolo degli ormoni nella vita della donna

Parlare di menopausa non è un optional: per la Giornata Mondiale ci pensa La clinica della longevità su Real Time

L’uscita cade a ridosso della Giornata mondiale della menopausa (18 ottobre), quando tra l'altro in Italia Fondazione Onda ETS coinvolge gli ospedali con Bollino Rosa (17–19 ottobre) per offrire servizi gratuiti clinico-diagnostici e informativi. L’obiettivo è chiaro: informare, prevenire e costruire un approccio condiviso che aiuti a arrivare preparati a questa fase cruciale della vita.

Una settimana che unisce storie personali e salute pubblica

Lo speciale di Real Time mette al centro esperienze reali e pratiche cliniche: il dottor Michele Bonaccorso e il professor Ennio Tasciotti guidano pazienti e pubblico in un viaggio tra scienza, prevenzione e benessere, affiancati dalla ginecologa Anna Paola Cavalieri e dalla psicoterapeuta Sara Doni. Le storie di Monica, Francesca N., Francesca C. e Francesca F. ripercorrono sintomi, diagnosi e strategie di gestione, dall’insonnia agli sbalzi d’umore, dalla premenopausa alla menopausa indotta dopo un tumore al seno; racconti che vogliono come la medicina della longevità possa aiutare a rallentare e armonizzare processi di invecchiamento, con percorsi personalizzati centrati sulla persona e non solo sull’organo.

L’équipe della longevità

Al centro di La clinica della longevità c’è un’équipe che unisce rigore scientifico e approccio umano.

  • Il dottor Michele Bonaccorso, anestesista e pioniere della Medicina della Longevità, accompagna le pazienti in percorsi su misura, lavorando sull’equilibrio ormonale, sulla nutrizione e sul benessere psicofisico per restituire energia e qualità di vita.
  • Al suo fianco, il professor Ennio Tasciotti, scienziato e responsabile del Laboratorio di Human Longevity Program dell’IRCCS San Raffaele di Roma, traduce le più recenti scoperte della ricerca in soluzioni concrete e accessibili.
  • Con loro operano la ginecologa Anna Paola Cavalieri, che affronta i cambiamenti ormonali e corporei con competenza e ascolto
  • e la psicoterapeuta Sara Doni, che aiuta le donne a ritrovare equilibrio emotivo e fiducia, dimostrando che la menopausa non è una fine, ma un’evoluzione possibile.

Le storie delle protagoniste: quattro donne, quattro modi di rinascere

Le storie raccontate in La clinica della longevità sono frammenti di vita reale, piccoli ritratti di forza e vulnerabilità che restituiscono alla menopausa un volto umano.

  • Monica, 56 anni, sposata e madre di due figli, parla con disarmante sincerità delle notti in bianco e dei momenti in cui il suo corpo sembrava non appartenerle più. Dopo anni trascorsi a prendersi cura di tutti, ha deciso di ricominciare da sé: di scendere di nuovo in palestra, di rivedere la propria alimentazione e di chiedere aiuto, senza più vergogna, per ritrovare energia e serenità.
  • Francesca N., 58 anni, ha due figlie e un’ironia che non l’ha mai abbandonata, nemmeno quando il corpo ha iniziato a cambiare davanti allo specchio. Per lei la menopausa è stata una sfida alla percezione di sé: ha imparato a guardarsi con occhi nuovi, a non misurare il proprio valore sul numero della bilancia o sulla pelle più fragile, ma sul coraggio di accettarsi e volersi bene.
  • Francesca C., 54 anni, vive la premenopausa come un terreno incerto. I cicli irregolari, la memoria che ogni tanto vacilla, le vampate improvvise l’hanno costretta a rallentare, a fermarsi per ascoltarsi davvero. È in questo spazio di ascolto che ha trovato un nuovo equilibrio, imparando che prendersi cura di sé non significa arrendersi, ma conoscersi meglio.
  • Francesca F., 45 anni, affronta la menopausa indotta dopo un tumore alla mammella. La sua è una storia di coraggio e gratitudine: dopo la paura e la fatica delle cure, ha riscoperto la leggerezza delle piccole cose — una passeggiata con il figlio, un caffè con il compagno, il piacere di sentirsi viva nel proprio corpo, anche se diverso da prima.

Perché parlare di menopausa: informazione, consapevolezza, diritti

La menopausa resta un tabù: chi non l’ha ancora vissuta tende a evitare il tema, chi la attraversa spesso lo fa in solitudine. Eppure parliamo di una condizione fisiologica che in Italia riguarda milioni di persone e che porta con sé cambiamenti ormonali, fisici e psicologici. Parlare con chiarezza significa spiegare che cosa accade al corpo, quali strumenti clinici e non clinici esistono, come affrontare vampate, disturbi del sonno, variazioni dell’umore, secchezza vaginale e riduzione della densità ossea. Tra i tabù più resistenti c’è la sessualità. La riduzione degli estrogeni può portare a secchezza, dolore nei rapporti, calo del desiderio e tempi di eccitazione diversi: problemi reali, che però si possono affrontare. Per molte la menopausa è una rinascita: più consapevolezza, meno ansia da contraccezione, una visione dell’intimità centrata sul piacere condiviso e sul benessere. L’informazione non è un vezzo: è prevenzione, autonomia decisionale e qualità della vita.

Televisione che fa servizio: perché La clinica della longevità è utile (se continuiamo fuori dallo schermo)

La clinica della longevità è intrattenimento informativo: mette in scena ascolto, metodo e cura multidisciplinare. Ma perché lasci un segno, serve un dopo: più educazione sanitaria nelle strutture pubbliche, linee guida nazionali aggiornate e percorsi integrati tra medicina generale, ginecologia, psicologia e riabilitazione. Solo così la televisione diventa moltiplicatore di consapevolezza e non episodio isolato. In altre parole: servono politiche e servizi che trasformino lo storytelling in diritti esigibili.

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