Il patrimonio edilizio della Pubblica Amministrazione (PA) italiana comprende oltre 280 milioni di metri quadrati distribuiti su edifici di varie date, funzioni e localizzazione, spesso vincolati da tutele storico-paesaggistiche. Il consumo energetico annuo si aggira intorno a 4,6 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio), di cui circa due terzi destinati al riscaldamento, con molte forniture gestite tramite appalti esterni. Questo vasto e complesso sistema coinvolge enti centrali e locali, scuole, ospedali e strutture culturali o sportive, che devono oggi affrontare la sfida della transizione energetica.
La Direttiva Europea 2023/1791 impone il rinnovamento del 3% annuo della superficie utile riscaldata e/o raffrescata degli edifici pubblici, con l’obiettivo di renderli a emissioni zero o quasi. Secondo RSE, circa il 70% del patrimonio pubblico rientrerebbe in questi obblighi, con 200 milioni di metri quadrati interessati e un potenziale risparmio energetico di circa 72 ktep l’anno.
RSE (Ricerca sul Sistema Energetico), in collaborazione con vari ministeri e regioni, ha condotto un’approfondita analisi del settore intitolata “I consumi della Pubblica Amministrazione. Soluzioni e impatti economici per edifici pubblici più efficienti” , proponendo strategie sostenibili e criteri di priorità basati sull’efficacia economica. La riqualificazione rappresenta una sfida complessa ma anche un’opportunità per modernizzare il Paese in modo strutturale e duraturo.