Vi ricordate il famoso pacchetto retributivo di circa 50 miliardi di dollari destinato ad Elon Musk che è stato bloccato nel 2024 dal Tribunale del Delaware? Pacchetto che il numero uno di Tesla non è riuscito in alcun modo a sbloccare, almeno fino ad ora. “Briciole” rispetto alla nuova proposta del Consiglio di Amministrazione dell’azienda americana per un nuovo pacchetto retributivo destinato ovviamente al suo CEO. Di quale cifra parliamo? Di circa 1.000 miliardi di dollari.
ELON MUSK VUOLE UN MAGGIORE CONTROLLO DI TESLA
Si tratta di una cifra che fa girare la testa anche se ovviamente stiamo parlando di azioni e non di un bonus in denaro. Il nuovo pacchetto proposto è circa 18 volte superiore a quello che è stato bloccato ed è prossimo all’attuale valutazione di mercato dell’azienda. Secondo Reuters, sarebbe il più grande pacchetto retributivo aziendale della storia se ovviamente sarà approvato. La proposta si basa su di un premio retributivo provvisorio di 29 miliardi di dollari annunciato il mese scorso che già allora aveva fatto molto discutere. Se Elon Musk dovesse effettivamente mettere le mani sul nuovo bonus azionario andrebbe ad aumentare considerevolmente la sua presa su Tesla.
Del resto, questo è il suo obiettivo da tempo e cioè ottenere un maggiore controllo sull’azienda per portare avanti indisturbato il suo ambizioso piano che prevede di puntare tutto sulla guida autonoma, sull’intelligenza artificiale e sulla robotica. Tempo addietro aveva addirittura minacciato di portare fuori i prodotti legati all’intelligenza artificiale e alla robotica se non avesse ottenuto il 25% del pacchetto azionario dell’azienda.
Adesso, l’azienda chiede agli azionisti di approvare questo nuovo premio, sostenendo che Tesla è sul punto di diventare leader nell’intelligenza artificiale e nella robotica, e che ciò richiede la mano ferma di Musk al timone. Il pacchetto retributivo rappresenta anche un enorme voto di fiducia da parte del Consiglio di Amministrazione in un momento in cui l’immagine della società è stata rovinata dall’attività politica molto controversa di Elon Musk quando ha fatto parte dello staff di Trump. L’azienda è oggi anche sotto pressione a seguito del calo delle vendite delle sue auto elettriche causata, tra le altre cose, da una maggiore concorrenza e dall’avanzata dei marchi cinesi.