Nel panorama delle energie rinnovabili, spesso dominato da sole e vento, una fonte molto interessante sta compiendo passi da gigante: l'energia delle maree. Da sempre considerata una promessa per la sua costanza, ha dovuto affrontare ostacoli enormi legati ai costi e alla resistenza delle tecnologie in ambienti marini ostili. Oggi, però, una notizia proveniente dalle fredde acque della Scozia segna un punto di svolta. L'impianto di MeyGen, il più grande parco di energia mareomotrice al mondo, ha stabilito un primato mondiale di affidabilità: le sue turbine sono in funzione da oltre sei anni senza aver richiesto alcuna manutenzione straordinaria.
Questo traguardo non è frutto del caso, ma di una sinergia tecnologica e ingegneristica di altissimo livello. Il successo si deve in gran parte alla collaborazione tra l'azienda di ingegneria globale SKF e la Proteus Marine Renewables, sviluppatrice delle turbine. SKF ha fornito componenti essenziali, come cuscinetti e sistemi di tenuta specializzati, progettati per resistere alle immense sollecitazioni delle correnti sottomarine e per operare a profondità che sfiorano i 30 metri.
Installate a partire dal 2017 e operative ininterrottamente dal 2018 nel Pentland Firth, un braccio di mare a nord della costa scozzese, queste macchine hanno dimostrato che è possibile produrre energia pulita in modo continuo e affidabile.
Il successo del progetto pilota sta ora spianando la strada a un futuro ancora più ambizioso. La prossima fase prevede l'installazione delle nuove e più potenti turbine AR3000 di Proteus, da 3 megawatt ciascuna. A partire dal 2026, si prevede di dispiegarne 30 in siti strategici tra Scozia, Francia e Giappone. Ogni singola turbina sarà in grado di fornire energia a circa 3.000 abitazioni, con l'obiettivo a lungo termine di installare fino a 300 unità. Questa espansione potrebbe rappresentare un cambiamento epocale nel mix energetico globale, riducendo le emissioni di carbonio e offrendo una fonte di energia la cui produzione è calcolabile con precisione, a differenza di quella solare o eolica.
Il potenziale è enorme. Stime convalidate suggeriscono la presenza di circa 100 gigawatt di energia mareomotrice sfruttabile vicino alle coste di tutto il mondo. Il mercato globale, valutato a circa 1,2 miliardi di euro nel 2023, è previsto in crescita fino a 7,5 miliardi di euro entro il 2030. Con la continua diminuzione dei costi, l'energia delle maree si avvia a diventare competitiva persino con il nucleare nel giro di un decennio, trasformando la potenza inarrestabile degli oceani in una delle chiavi per un futuro energetico sostenibile.