Il 2024 si è rivelato un anno di profonde contraddizioni per il settore energetico globale. Nonostante una crescita senza precedenti delle fonti rinnovabili, le emissioni di CO2 hanno raggiunto un nuovo record per il quarto anno consecutivo, evidenziando una transizione energetica disordinata e complessa. I dati, recentemente diffusi dall'Energy Institute (EI) nel suo Statistical Review of World Energy 2025, dipingono un quadro di urgenza e di ostacoli persistenti.
RECORD DI EMISSIONINel 2024, le emissioni globali di CO2 dal settore energetico sono aumentate dell'1%, toccando la preoccupante cifra di 40.8 Gt di CO2 equivalente. Questo incremento è particolarmente allarmante se si considera che lo stesso anno ha visto per la prima volta le temperature medie globali superare la soglia di 1.5°C di riscaldamento rispetto ai livelli pre-industriali, rendendolo l'anno più caldo mai registrato.
Contemporaneamente, il settore delle energie rinnovabili, in particolare solare ed eolico, ha registrato un'espansione straordinaria, con un aumento della produzione del 16%. Questa crescita è stata quasi nove volte superiore rispetto all'incremento della domanda energetica totale. Tuttavia, invece di sostituire i combustibili fossili, le rinnovabili sembrano essersi aggiunte al mix energetico esistente, impedendo una riduzione complessiva delle emissioni. È questo il paradosso del 2024: più energia pulita, ma anche più combustibili fossili.
DOMANDA DI COMBUSTIBILI FOSSILIL'analisi dell'EI rivela dinamiche diverse nella domanda di combustibili fossili a livello regionale. Nei Paesi OCSE, la domanda di petrolio è rimasta relativamente stabile, confermando un leggero aumento già osservato l'anno precedente. Al contrario, nei Paesi non OCSE, dove il fabbisogno energetico è maggiore e la dipendenza dalle fonti fossili è ancora elevata, la domanda di petrolio è cresciuta dell'1%.
Un dato degno di nota è il calo dell'1,2% nella domanda di petrolio della Cina, suggerendo che il picco di consumo potrebbe essere stato raggiunto nel 2023. Tuttavia, altrove, la domanda di gas naturale è tornata a salire dopo un calo nel 2023. Particolarmente significativa è la situazione in India, dove la domanda di carbone è aumentata del 4%, raggiungendo un volume equivalente a quello di CSI, Sud America, America Centrale ed Europa messe insieme. Questi dati sottolineano la complessità e la disomogeneità della transizione energetica a livello globale.
OSTACOLI ALLA TRANSIZIONESecondo l'Energy Institute, la triste verità emersa da queste statistiche è che l'espansione delle rinnovabili non sta portando a una sostituzione dei combustibili fossili, ma piuttosto a un'integrazione, mantenendo alte le emissioni. Molteplici barriere, sia di natura economica che geopolitica, continuano a frenare un'efficace transizione verso l'energia pulita.
Come sottolineato da Romain Debarre, Amministratore Delegato dell'Energy Transition Institute, "la sicurezza energetica, l'accesso alle risorse e la sovranità tecnologica stanno assumendo priorità rispetto agli obiettivi climatici". Le conseguenze dell'aggressione russa all'Ucraina e le incertezze legate al conflitto in Medio Oriente hanno evidentemente influenzato le politiche energetiche globali, spostando l'attenzione sulla sicurezza degli approvvigionamenti.
Debarre ha concluso affermando:
Le emissioni di gas serra record e le temperature altissime del 2024 sono un campanello d'allarme assordante. Disponiamo delle strategie, delle tecnologie e del know-how per realizzare la transizione energetica con un approccio integrato, sicuro e pensato per le persone. Ora dobbiamo passare dalle promesse ai fatti, su larga scala e nel modo più rapido possibile.
Il 2024 ci ha mostrato un futuro energetico che, pur ricco di potenziale rinnovabile, è ancora saldamente ancorato ai combustibili fossili. Riuscirà la comunità internazionale a superare questi ostacoli e a dare un'accelerazione decisiva alla transizione?