Chi l'ha detto che non si può sfruttare la luce del Sole per produrre energia anche di notte? La soluzione proposta dall'americana Reflect Orbital ne è la prova: la sua costellazione di riflettori spaziali posizionati a 595 chilometri d'altitudine sarà in grado di reindirizzare la luce solare "esattamente quando e dove serve". Il primo prototipo di satellite fotoriflettente verrà lanciato in orbita nella primavera del 2026.
La costellazione a regime potrà contare su 57 satelliti in orbita eliosincrona, così che sorvolino lo stesso punto della superficie terrestre sempre alla stessa ora solare locale, effettuando due passaggi ogni giorno. Il CEO Ben Nowack ha affermato che tale costellazione sarà in grado di fornire 30 minuti in più di sole alle centrali terrestri. In occasione della prima presentazione del progetto avvenuta lo scorso anno, Nowack aveva detto:
Il problema è che l'energia solare non è disponibile quando ne abbiamo realmente bisogno. Più parchi solari costruiamo, meno persone ne hanno effettivamente bisogno durante il giorno. Sarebbe davvero fantastico se potessimo avere un po' di. energia solare prima dell'alba e dopo il tramonto [...]. E pensiamo che le tecnologie basate sui riflettori possano risolvere questo problema. [...] É molto facile sostituire il primo 1% della rete energetica con fonti rinnovabili, è molto difficile invece sostituire l'ultimo 1%. É l'energia di cui si ha bisogno in una giornata non ventosa ma piovosa.
Ciascun satellite pesa 16kg ed integra specchi in mylar (nome commerciale dei fogli di polietilentereftalato) di dimensione 9,9x9,9 metri che vengono dispiegati quando i satelliti raggiungono l'orbita. Gli specchi concentrano la luce in un fascio luminoso ristretto che può essere orientato secondo le necessità: il suo funzionamento è semplice, basta infatti che l'operatore si colleghi alla piattaforma ed indichi le coordinate GPS dell'area che vuole illuminare. Reflect Orbital garantisce che questo sistema non genera inquinamento luminoso.
Che sia davvero questa la risposta ai limiti dell'energia fotovoltaica come la sua intermittenza o gli elevati costi delle batterie di accumulo? Presto ancora per dirlo, certo è che la modularità della soluzione porta a pensare che si tratti di un'idea - sulla carta - efficace. Restano invece dubbi sull'efficienza, in questo caso specifico intesa come potenza luminosa disponibile: in alcuni test condotti in precedenza utilizzando una mongolfiera a 3.000 metri di altitudine sono stati generati 500W per metro quadro di pannello solare, un numero importante in termini assoluti ma che non dà la certezza che sia sufficiente per una produzione di energia su larga scala.
A maggio la società californiana ha ricevuto un finanziamento di 20 milioni di dollari per "accelerare lo sviluppo della sua costellazione satellitare". In particolare, "sosterrà la crescita del team, l'espansione delle operazioni e le prime missioni spaziali dell'azienda". Attualmente sono già 260.000 le richieste da parte di clienti in 157 Paesi per ricevere luce solare riflessa dai satelliti.
FandandiChi l'ha detto che non si può sfruttare la luce del Sole per produrre energia anche di notte?
la fisica l'ha detto, ma sappiamo che ascoltare la scienza ultimamente non va di moda.
Il problema e' semplicemente che se tu nello spazio hai uno specchio da 100mq metri quadrati quello che arriva a terra e' 100mq di energia e per giusto una 30ina di minuti...cioe' tu mandi nello spazio tutta sta roba per riflettere uno sputo di energia a terra? Senza poi contare che quei 100mq di riflesso a terra colpira' in parte "cose" che non sono pannelli solari (tipo il semplice terreno) quindi e' ancora meno l'energia che recuperi.
Fuffa, scaffale.