Polizia di Stato e Eni hanno avviato una nuova campagna di sensibilizzazione per combattere le truffe online, un fenomeno in continua evoluzione che sfrutta tecniche di inganno sempre più sofisticate per sottrarre dati sensibili e denaro ai cittadini. In prima linea nel contrasto al cybercrime, la Polizia di Stato – attraverso la Polizia Postale – intensifica così la sua azione di prevenzione, affiancata dalla collaborazione attiva di Eni, Enilive e Plenitude.
Al centro dell'iniziativa c'è il fenomeno del phishing, una tipologia di frode digitale finalizzata a indurre gli utenti a comunicare informazioni personali, credenziali bancarie o dati di accesso. I messaggi di phishing imitano fedelmente grafiche, loghi e linguaggio di organizzazioni conosciute, come Eni, generando un inganno basato sulla fiducia che i cittadini ripongono nel brand.
LE TECNICHE DI INGANNOTra le modalità fraudolente più diffuse figurano non solo il phishing tradizionale ma anche i falsi investimenti, le offerte di lavoro ingannevoli (job scam), i “contract & romance scam” e fenomeni di “money muling”. I criminali informatici creano siti web e account social falsi, diffondono messaggi sponsorizzati, post e screenshot contraffatti che sfruttano l'immagine e il nome di Eni e del suo Top Management. Spesso promettono bonus economici, buoni carburante o rendite periodiche per invogliare l'utente a comunicare dati personali o addirittura a versare somme di denaro verso IBAN intestati a privati o soggetti non autorizzati.
Una pratica sempre più diffusa è l'utilizzo di messaggi su chat (come WhatsApp) o chiamate da numeri internazionali (+44), spesso accompagnate da form online o questionari per raccogliere informazioni e profilare indebitamente i destinatari.
COME RICONOSCERE LE TRUFFE E PROTEGGERSIPer aiutare i cittadini a difendersi, Polizia di Stato ed Eni hanno diffuso una serie di consigli pratici. È fondamentale leggere attentamente i messaggi ricevuti, verificare la correttezza ortografica e grammaticale e controllare che i domini internet corrispondano a quelli ufficiali: i siti web di Eni terminano con eni.com, eniplenitude.com o versalis.com. È importante non cliccare link sospetti, non aprire allegati provenienti da mittenti ignoti e non comunicare credenziali di accesso o informazioni sensibili.
Eni raccomanda di prestare particolare attenzione alle offerte di lavoro non richieste: soggetti terzi possono proporre posizioni lavorative inesistenti utilizzando impropriamente il nome della società. In caso di dubbi, è consigliabile contattare direttamente Eni tramite i canali ufficiali e segnalare eventuali anomalie.
Sul portale www.commissariatodips.it della Polizia di Stato è possibile restare aggiornati sulle principali minacce informatiche, inoltrare segnalazioni e ricevere assistenza. Eni, dal canto suo, ha attivato una sezione dedicata sui propri siti web, dove è disponibile anche il podcast “Truffe on-line, strumenti e consigli per evitarle”, nato dalla collaborazione con la Polizia di Stato per informare gli utenti sulle frodi digitali e sui comportamenti corretti da adottare.
In caso di messaggi sospetti, Eni invita a segnalare immediatamente l'accaduto alle Autorità competenti e tramite il portale della Polizia di Stato. L'azienda ribadisce inoltre il proprio impegno nel tutelare gli investitori individuali, collaborando con le Autorità per garantire un contrasto costante alle frodi finanziarie e alla disinformazione.
Per ulteriori informazioni, esempi di casi di phishing già rilevati e per ascoltare il podcast informativo, è possibile visitare la pagina ufficiale di Eni dedicata al tema.