Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Human Development and Capabilities (link in FONTE) e ha analizzato ragazzi e ragazze tra i 18 e i 24 anni, mettendo in relazione l’età del primo smartphone con diversi indicatori di salute mentale. Chi ha avuto il primo dispositivo a 12 anni o meno segnala più spesso pensieri suicidi, comportamenti aggressivi, sensazione di distacco dalla realtà, difficoltà a regolare le emozioni e bassa autostima.
In particolare, il punteggio medio di “mind health” diminuiva progressivamente quanto più precoce era l’età del primo smartphone: da un valore di 30 per chi ha iniziato all’età di 13 anni fino ad appena 1 per chi lo possedeva a cinque anni. Inoltre, la quota di giovani in difficoltà, individuati da cinque o più sintomi severi, cresceva del 9,5% tra le donne e del 7% tra gli uomini.
L’accesso anticipato ai social media emerge come principale mediatore di questi effetti (circa il 40% dell’impatto complessivo), seguito da disturbi del sonno (12%), episodi di cyberbullismo (10%) e rapporti familiari difficili (13%). I ricercatori sottolineano come queste dinamiche non rientrino sempre nei tradizionali criteri di screening per ansia e depressione, rischiando così di restare invisibili alle indagini standard. Dallo studio emerge, inoltre, che chi ha cominciato a usare lo smartphone in età infantile manifesta in età adulta un’immagine di sé più fragile, stima personale ridotta, minore stabilità emotiva e empatia limitata.