Un coreografo gay in crisi, due teatri in declino, ballerine attiviste, magnati petroliferi, amori che esplodono tra una pirouette e l’altra: Étoile, creata da Amy Sherman-Palladino e Daniel Palladino, è stata una ventata di genialità narrativa. Peccato che Prime Video l’abbia cancellata dopo una sola stagione. Ma vale ancora la pena guardarla, amarla e — perché no — sperare in un salvataggio dell’ultimo minuto prima che cali definitivamente il sipario.
"A spingermi a cercare una diagnosi per autismo fu The Big Bang Theory": la storia di Francesca MeliUna serie ironica sulla danza classica (in cui Prime Video non ha saputo credere)
La danza classica non è mai stata così viva, ironica e ribelle. Étoile, la nuova (e purtroppo unica) stagione della serie creata da Amy Sherman-Palladino e Daniel Palladino per Prime Video, prende l’eleganza e la disciplina del balletto e le butta in pasto a uno dei mondi narrativi più assurdi, teneri e brillanti visti di recente in tv. Otto episodi che mescolano rivalità artistiche, drammi da compagnia, umorismo tagliente e uno sguardo tutto nuovo su un genere spesso raccontato come polveroso, impettito o, peggio, superato.
Amy Sherman-Palladino, regina del racconto stralunato e umano
Dopo aver rivoluzionato la tv con Una mamma per amica e La fantastica signora Maisel, Amy Sherman-Palladino porta la sua scrittura tagliente, ritmata e affettuosa nel mondo della danza. Insieme al marito e co-creatore Daniel Palladino, costruisce un universo narrativo dove l’ironia incontra l’empatia, e i personaggi sono sempre più importanti della trama. Il suo tocco è inconfondibile: dialoghi serrati, attenzione alle idiosincrasie, amore per i perdenti, i testardi e gli eccentrici.
Di cosa parla Étoile ?
La danza classica come arte viva e narrativa contemporanea
Étoile ci proietta dentro la danza classica con energia pop, corpi veri, personaggi sbilenchi e irresistibili. Per una volta, il racconto non è quello dei protagonisti che fuggono dalle punte per trovare la libertà nell’hip hop, ma proprio il contrario: è la danza classica a essere uno strumento di espressione contemporanea, capace di raccontare desideri, trasformazioni, crisi e rinascite. A renderlo possibile, lo scambio di talenti tra il Metropolitan Ballet di New York e il Ballet National de Paris, orchestrato da due direttori artistici memorabili: Jack McMillan (Luke Kirby), ironico e nevrotico, e Geneviève Lavigne (Charlotte Gainsbourg), impacciata e visionaria.
Il vero punto forte della serie: i personaggi imperfetti, testardi, indimenticabili
Il risultato? Un esperimento caotico, umano e delizioso in cui ogni personaggio diventa protagonista. Dalla furiosa e attivista Cheyenne, introdotta a bordo di una nave ambientalista e pronta a far saltare ogni equilibrio, al coreografo Tobias, geniale, socialmente inetto e chiaramente nello spettro autistico, che ci regala una delle storie queer più toccanti e riuscite della stagione. Ci sono anche Gabin, ballerino conflittuale e ribelle, Mishi, alle prese con l’eredità ingombrante dei suoi genitori e un’identità da ricostruire, SuSu, giovane talento autodidatta figlia della donna delle pulizie del teatro. E poi c’è Nicholas, il mentore stanco, e Crispin, magnate tossico e grottesco. Una galleria di identità testarde, buffe, romantiche, mai didascaliche.
Tra finanziamenti tossici e arte pura: una sfida etica
La serie affronta anche dilemmi morali attualissimi: si può accettare il finanziamento di un magnate del petrolio pur di salvare l’arte? E cosa resta di un'istituzione quando i suoi valori si scontrano con la realtà economica? Jack lo scopre a sue spese, tradendo Geneviève per garantire un futuro al suo teatro. Una scelta che segna la fine della loro storia d’amore e un punto di non ritorno per la serie.
Étoile, stagione 1: un finale aperto, affilato e ricco di promesse
La prima stagione di Étoile si chiude con un bacio inaspettato e una serie di cambiamenti personali e professionali che avrebbero meritato un seguito. Tobias trova una sua dimensione creativa, Cheyenne accetta di dirigere il Metropolitan, Mishi si riappropria della sua identità, Jack e Geneviève si separano. Ma nulla è definitivo, tutto è in sospensione.
Una cancellazione che brucia (e che ci lascia sperare per una seconda stagione)
Ed è proprio questo uno dei grandi rimpianti lasciati dalla cancellazione della serie da parte di Prime Video, che ha rinunciato a una seconda stagione nonostante il potenziale e l'accordo iniziale. Étoile meritava di più. Era qualcosa di nuovo, intelligente, vitale. Forse troppo ibrida per le classificazioni di mercato, forse poco supportata al lancio. Ma vale assolutamente la pena guardarla. E magari sperare che qualcun altro decida di raccoglierne l’eredità.