La sonda Europa Clipper della NASA, il più grande veicolo spaziale interplanetario mai costruito dall'agenzia, è in viaggio verso Giove con un obiettivo affascinante: scandagliare la luna ghiacciata Europa alla ricerca di un oceano nascosto. Per riuscirci, è dotata di uno strumento chiamato REASON, un radar progettato per "vedere" attraverso la spessa crosta di ghiaccio. Tuttavia, prima di raggiungere la sua destinazione finale, la missione ha dovuto superare una sfida ingegneristica non da poco, che ha trovato una soluzione elegante: un test eseguito durante un sorvolo di Marte.
Il problema principale risiedeva proprio nella natura dello strumento REASON. Le sue due coppie di sottili antenne si estendono per quasi 18 metri dai pannelli solari, i quali a loro volta hanno le dimensioni di un campo da basket. Una struttura così imponente, fondamentale per captare la debole luce solare nelle profondità del sistema solare, rendeva impossibile un collaudo completo sulla Terra.
Durante lo sviluppo, gli ingegneri del Jet Propulsion Laboratory della NASA hanno fatto il possibile, portando modelli all'aperto e usando torri per testare le antenne. Ma una volta che l'hardware di volo definitivo è stato assemblato, ha dovuto essere mantenuto in un ambiente sterile e confinato. Per verificare la capacità del radar di ricevere l'eco dei propri segnali, sarebbe servita una camera di prova lunga circa 76 metri, una struttura semplicemente non disponibile. Senza questa verifica, la missione sarebbe partita con un'incognita critica sul suo strumento principale.
Qui entra in gioco il Pianeta Rosso. Lo scorso marzo, a meno di cinque mesi dal suo lancio avvenuto il 14 ottobre 2024, Europa Clipper ha effettuato un passaggio ravvicinato con Marte. L'obiettivo primario era sfruttare la gravità marziana per ottenere una "fionda gravitazionale", una spinta necessaria a indirizzare la sonda sulla sua lunga traiettoria di 2,9 miliardi di chilometri. Il team della missione, però, ha colto l'occasione per trasformare una manovra di navigazione in un'opportunità scientifica irripetibile. Mentre sfrecciava sopra le pianure vulcaniche di Marte, a un'altitudine che variava da 5.000 a circa 884 chilometri, il radar REASON è stato attivato per circa 40 minuti. I segnali radio sono stati inviati verso un terreno che gli scienziati conoscono bene, permettendo un confronto diretto tra i dati raccolti e quelli attesi.
Il test è stato un successo strepitoso. Sono stati raccolti 60 gigabyte di dati che, una volta analizzati, hanno confermato il perfetto funzionamento dello strumento. "Abbiamo ottenuto dal sorvolo tutto ciò che sognavamo", ha commentato Don Blankenship, responsabile scientifico del radar. La gioia nel team era palpabile. Trina Ray, vice responsabile scientifico della missione, ha descritto l'entusiasmo degli scienziati nel vedere i primi dati apparire:
"Ora il team scientifico può iniziare ad allenarsi su come elaborare le informazioni e comprendere il comportamento dello strumento, esercitando quei muscoli che userà una volta arrivato a Europa".
Questo collaudo in condizioni reali non solo ha dato il via libera al radar, ma ha fornito un prezioso set di dati per affinare le tecniche di analisi in vista dell'incontro con la luna di Giove, dove la sonda opererà a una distanza molto più ravvicinata, fino a 25 chilometri dalla superficie. Il viaggio è ancora lungo e prevede un'altra spinta gravitazionale, questa volta utilizzando la Terra nel 2026, ma ora la fiducia nel poter svelare i misteri sotto il ghiaccio di Europa è più solida che mai.