L’iniziativa è stata presentata nel 2022 dall’allora commissaria europea Ylva Johansson e prevede l’introduzione di sistemi capaci di analizzare in automatico i messaggi privati inviati tramite piattaforme come WhatsApp, Telegram o Gmail. L’obiettivo dichiarato è quelloi individuare e bloccare la diffusione di contenuti pedopornografici e i tentativi di adescamento online. Il meccanismo ipotizzato prevede che ogni messaggio, foto, audio o video debba essere analizzato direttamente dal dispositivo prima della spedizione. Attraverso algoritmi e sistemi di riconoscimento digitale (“hash”), i contenuti sarebbero confrontati con archivi gestiti dalle forze dell’ordine. In caso di corrispondenza, la piattaforma invierebbe una segnalazione automatica alla polizia.
Le organizzazioni a favore, come la coalizione internazionale ECLAG, sostengono che il controllo preventivo sia uno strumento indispensabile per ridurre i reati online contro i minori. Tuttavia, numerosi esperti e associazioni per la tutela dei diritti digitali - tra cui l’Electronic Frontier Foundation - avvertono che un simile sistema potrebbe aprire la strada a gravi abusi. Il punto più critico riguarda la crittografia end-to-end, il sistema che oggi garantisce la riservatezza delle chat, ed infatti solo mittente e destinatario possono leggerne i contenuti. Con il “Chat Control”, l’analisi avverrebbe prima della cifratura, introducendo di fatto una “backdoor” che potrebbe essere sfruttata da governi autoritari o da hacker. Non mancano poi i rischi di falsi positivi, con la possibilità che conversazioni innocue vengano segnalate e sottoposte a controllo.