Eurovision, Lucio Corsi sorprende minimal – l’Italia scommette sui sottotitoli (tanto va per forza in finale)

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(La redazione di fem) May 14, 2025 · 3 mins read
Eurovision, Lucio Corsi sorprende minimal – l’Italia scommette sui sottotitoli (tanto va per forza in finale)
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Mentre il palco dell’Eurovision Song Contest esplode di laser, piume e lustrini, l’Italia si presenta con un’artista fuori dagli schemi e una scelta radicale: Lucio Corsi, voce e armonica, niente effetti, solo emozioni. Ecco perché la sua esibizione divide: è poesia che osa o un boomerang in diretta mondiale?

Il consiglio di Mara Maionchi a Lucio Corsi per l'Eurovision: "Essere quello che si è, e tu sei fortissimo!"

Lucio Corsi all’Eurovision: un'esibizione minimal e controcorrente, il commento

Senza scenografie, senza ballerini, senza nemmeno un effetto luce degno di nota. È così che Lucio Corsi ha scelto di rappresentare l’Italia all’Eurovision Song Contest 2025. Un’esibizione minimal, che ha fatto rumore proprio per la sua totale assenza di spettacolarità. Sul palco, solo lui, l'immancabile Tommaso Ottomano, un pianoforte, una armonica e la sua voce. Un contrasto netto rispetto all’esuberanza visiva che domina da anni l’evento musicale più chiassoso d’Europa.

Nel regno degli eccessi, Lucio ha scelto l’essenziale. Ed è bastato? Questo è il grande punto interrogativo.

In mezzo a fuochi e laser, lui si presenta con un piano e l’armonica

Quando tutti sparano effetti speciali e visual psichedelici, Lucio Corsi si è seduto davanti al piano con l’aria serena di chi ha già deciso che non ha bisogno di stupire per essere ascoltato. Il suo stile surreale, che di solito affascina per il contrasto tra forma e sostanza, all’Eurovision ha subito un colpo: sul palco di Sanremo, infatti, era cosa insolita e degna di nota, ma non alla kermesse più "folle" d'Europa dove ogni anno non mancano accuse di satanismo e look esagerati.

Ha cantato con l’armonica tra le mani, nessuna coreografia, nessuna presenza scenica d’impatto. Neanche il look, solitamente bizzarro, è riuscito a spiccare in un contesto dove l’eccentricità è la norma..

Uno show senza scenografia: è l’anti-Eurovision?

Dimenticate i giochi di luce alla Måneskin o le trovate visive di artisti nordici con budget da kolossal. L’Italia ha portato un non-show, una dichiarazione d’intenti. Lo sfondo? Nero. L’effetto speciale? L’assenza stessa di effetti. Tutto era volutamente piatto, per lasciare spazio soltanto alla semplicità della canzone. Un rischio, in un format dove l’occhio spesso ha la sua sull’orecchio.

I sottotitoli come arma narrativa

La scelta che ha fatto discutere di più è stata quella di affidare il significato del testo ai sottotitoli proiettati in tempo reale. Mentre Lucio cantava in italiano, le parole scorrevano sullo schermo in inglese. Un modo per non sacrificare il messaggio sull’altare dell’incomprensibilità linguistica.

Ha finalmente dato dignità al contenuto della canzone; ma forse si è trattato di una trovata debole.

Resta il dubbio: in un’arena dove si gareggia a colpi di effetti wow, l’Italia è riuscita davvero a lasciare un segno o ha scommesso su un linguaggio che il pubblico dell’Eurovision non è attrezzato per decifrare?

Lucio gioca d’autore… ma serve? L'Italia partecipa comunque alla finale

Quello che è certo è che l’Italia ha voluto differenziarsi. In un oceano di suoni compressi e costumi fluo, Lucio Corsi ha proposto una canzone delicata, cantata in punta di voce, vestita solo di musica e parole. Ma questa scelta è sufficiente a guadagnarsi voti?

Se l’Eurovision Song Contest è una gara di immediatezza, forse no. Ma se è anche, o almeno in parte, una vetrina artistica dove si può ancora sperare che la sostanza conti più dell’apparenza, allora Corsi ha già vinto qualcosa. Magari non il microfono di cristallo, ma un posto tra gli atti più sinceri e memorabili di questa edizione.

Resta il fatto che alla prima serata è un po' presto per tirare le somme... dopotutto, l'Italia è in finale a prescindere dal tipo di esibizione. Lo scopriremo più avanti.

Lucio Corsi in finale, ma non in classifica: chi sono i Big Five e perché saltano le semifinali

Ogni anno all’Eurovision Song Contest, ci sono alcuni Paesi che accedono direttamente alla finale senza passare per le semifinali: sono i cosiddetti Big Five. Si tratta di Italia, Spagna, Francia, Germania e Regno Unito, a cui si aggiunge il Paese ospitante, che per l’edizione 2025 è la Svezia.