Ex manager accusa Meta: "Aggirava la privacy Apple e gonfiava i dati pubblicitari"

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HDblog.it Aug 22, 2025 · 1 min read
Ex manager accusa Meta:
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L'accusa più grave riguarda la privacy. Purkayastha sostiene che, per compensare la perdita di dati causata dall'ATT di Apple - che nel 2022 è costata a Meta circa 10 miliardi di dollari di mancate entrate - l'azienda avrebbe utilizzato una tecnica chiamata deterministic matching. Questo metodo avrebbe permesso di collegare dati e comportamenti degli utenti attraverso diverse piattaforme utilizzando dettagli identificabili, di fatto aggirando il divieto di tracciamento senza consenso imposto da Apple. Se confermata, si tratterebbe di una violazione diretta delle policy dell'App Store.

La seconda accusa riguarda l'inflazione delle metriche pubblicitarie. Purkayastha afferma che Meta avrebbe esagerato le prestazioni dei suoi Shops Ads, un formato lanciato nel 2022. Invece di calcolare le vendite nette, come fanno concorrenti come Google, Meta avrebbe utilizzato cifre lorde che includevano anche spedizioni e tasse, gonfiando i risultati fino al 19%. Secondo l'ex manager, indagini interne avevano confermato questa discrepanza, ma gli inserzionisti non ne sarebbero stati informati. A ciò si aggiungerebbe un budget segreto da 160 milioni di dollari, autorizzato da Mark Zuckerberg, per offrire posizionamenti pubblicitari gratuiti durante i test, falsando ulteriormente la percezione del valore del servizio.

Queste nuove accuse aggravano la posizione problematica per Meta riguardo alla trasparenza delle sue metriche. Nel 2016, l'azienda ammise di aver sovrastimato per anni i tempi di visualizzazione dei video, e un'altra causa è ancora in corso riguardo alla metrica Potential Reach, che secondo l'accusa esagerava le dimensioni del pubblico potenziale delle campagne.

Le affermazioni di Purkayastha, che verranno esaminate dal tribunale nel 2026, dipingono il quadro di un'azienda in difficoltà dopo le restrizioni imposte da Apple, che potrebbe aver adottato scorciatoie per mantenere il flusso di entrate pubblicitarie. Sebbene le conseguenze legali siano ancora da definire, queste rivelazioni mettono nuovamente in discussione l'affidabilità dei dati forniti da Meta ai suoi inserzionisti.