Facebook e Instagram, la corte blocca gli algoritmi di Meta

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HDblog.it Oct 03, 2025 · 2 mins read
Facebook e Instagram, la corte blocca gli algoritmi di Meta
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Meta dovrà rispettare la libertà di scelta dei suoi utenti e smettere di imporre i feed generati dagli algoritmi. Lo ha stabilito il tribunale distrettuale di Amsterdam, accogliendo il ricorso di Bits of Freedom (BoF), organizzazione olandese che difende i diritti digitali e la privacy. La sentenza rappresenta una delle prime applicazioni concrete del Digital Services Act (DSA), la normativa europea entrata in vigore nel 2024 per regolamentare le grandi piattaforme online.

Al centro della disputa c’era la possibilità, mai realmente garantita da Meta, di impostare in maniera stabile un feed cronologico su Facebook e Instagram. Gli utenti potevano sì accedervi, ma solo attraverso passaggi nascosti: su Instagram, l’opzione era disponibile cliccando sul logo dell’app, mentre su Facebook compariva in menù secondari, rendendo complesso l’accesso. Una volta chiusa l’app o cambiata sezione, l’impostazione tornava automaticamente al feed algoritmico. La corte ha definito questa modalità un “dark pattern”, pratica vietata dall’articolo 25 del DSA perché induce “choice fatigue”, ossia la frustrazione che spinge gli utenti ad accettare scelte preimpostate.

Il contenzioso era stato avviato poche settimane fa da BoF, che ha denunciato Meta per la violazione del diritto degli utenti a un’esperienza non profilata, soprattutto in un periodo sensibile come quello che precede le elezioni olandesi del 29 ottobre. L’associazione, nota per i Big Brother Awards con cui ogni anno denuncia i peggiori violatori della privacy, ha sottolineato il rischio che feed manipolati possano influenzare opinioni politiche e decisioni di voto. “È inaccettabile che un ristretto gruppo di miliardari americani decida come vediamo il mondo”, ha commentato la portavoce Maartje Knaap, definendo la vittoria in tribunale un segnale chiaro: “Meta non è intoccabile”.

Il giudice ha ordinato a Meta di adeguarsi entro due settimane. L’azienda dovrà rendere persistente e facilmente accessibile la modalità cronologica, senza che l’utente debba riattivarla ogni volta. Se non lo farà, scatterà una multa giornaliera di 100.000 euro, fino a un massimo di 5 milioni. Inoltre, Meta dovrà coprire le spese legali sostenute da Bits of Freedom.

Il Digital Services Act, proposto insieme al Digital Markets Act nel 2020, impone obblighi precisi ai colossi tecnologici definiti come VLOPs e VLOSEs, cioè piattaforme e motori di ricerca con oltre 45 milioni di utenti mensili nell’UE. Tra i requisiti figurano trasparenza sugli algoritmi, diritto di contestare decisioni di moderazione e misure più efficaci contro i contenuti illegali. Non sorprende che proprio Meta ed Elon Musk, con la sua X, abbiano espresso opposizione a queste regole, sostenendo che potrebbero sfociare in censura.

La decisione del tribunale olandese segna un precedente importante, non solo perché mette in discussione l’impianto algoritmico che sostiene gran parte del modello di business delle piattaforme social, ma anche perché apre la strada ad altre azioni legali in Europa.