Falcon 9 lancia la rete segreta: 21 satelliti per il Pentagono in orbita bassa

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HDblog.it Sep 11, 2025 · 1 min read
Falcon 9 lancia la rete segreta: 21 satelliti per il Pentagono in orbita bassa
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Il cielo sopra la California ha visto un nuovo capitolo della collaborazione tra SpaceX e il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Il 10 settembre un Falcon 9 è decollato dalla base spaziale di Vandenberg portando in orbita 21 satelliti, primi tasselli della cosiddetta “Tranche 1 Transport Layer” (T1TL). Si tratta di una rete che, a regime, comprenderà 126 satelliti in orbita terrestre bassa, progettati per garantire comunicazioni globali sicure e criptate a supporto delle operazioni militari.

L’operazione è gestita dalla Space Development Agency (SDA), istituita nel 2019 con il compito di fornire al Pentagono sistemi spaziali rapidi, economici ed efficienti. L’agenzia definisce sé stessa come un “disruptor costruttivo” nel settore della difesa, e il progetto T1TL rientra in un piano più ampio: il Proliferated Warfighter Space Architecture (PWSA). Questo ambizioso programma prevede una costellazione di centinaia di satelliti collegati da comunicazioni ottiche, suddivisi in sette “strati” con funzioni che vanno dal tracciamento dei missili alla navigazione, fino al supporto logistico.

I satelliti appena lanciati, costruiti dall’azienda York Space Systems di Denver, costituiscono la prima tranche del segmento “transport layer”. Altri verranno prodotti da colossi come Northrop Grumman e Lockheed Martin, ciascuno incaricato di realizzare 42 unità. Lo scopo è aggiornare e rinforzare la rete ogni due anni, lanciando nuove generazioni di satelliti con capacità migliorate.

Il Falcon 9 che ha reso possibile il debutto della costellazione ha rispettato il copione ormai rodato dei lanci SpaceX. Dopo circa otto minuti e mezzo dal decollo, il primo stadio del razzo è rientrato sulla Terra, atterrando sulla nave drone “Of Course I Still Love You”, posizionata nell’Oceano Pacifico. Il booster, identificato come B1093, ha così completato la sua sesta missione, confermando l’efficacia della strategia di riutilizzo che contraddistingue la compagnia di Elon Musk.

Meno trasparente invece la fase finale della missione: né SpaceX né la SDA hanno mostrato in diretta la separazione dei satelliti dal secondo stadio del razzo, e i dettagli su tempi e modalità di rilascio non sono stati resi pubblici. Una scelta che riflette il carattere sensibile e militare della costellazione.