I ricercatori hanno studiato in particolare come le famiglie reagiscono a variazioni di prezzo e temperature estreme. I dati mostrano che, in primavera ed estate, il consumo medio giornaliero di elettricità dalla rete da parte di chi ha un impianto fotovoltaico cala fino all’88% (dati relativi alla Provincia di Brescia in questo caso), con picchi di quasi totale autosufficienza durante le ore centrali dei giorni più soleggiati. Anche nelle giornate di forte caldo, quando l’uso dell’aria condizionata è più intenso, le famiglie con impianto fotovoltaico riducono il prelievo dalla rete del 68% rispetto a chi non ha il solare domestico.
Tutto ciò si traduce in un impatto concreto sulle bollette: le famiglie senza fotovoltaico hanno registrato nel 2022 una perdita media del surplus del consumatore di circa 300 euro a causa del caro energia. Cosa significa: immaginate siate disposti a pagare 100 euro per una quantità di elettricità, ma la pagate solo 70 euro. In quel caso, il surplus del consumatore è 30 euro, cioè il “vantaggio” che si ottiene perché si paga meno di quanto si è disposti a pagare. D'altra parte, per chi ha scelto il solare domestico, invece, la perdita è stata molto più contenuta, tra 0 e 133 euro, in base al livello di autoconsumo.
Parlando di impatto ambientale, una famiglia media con fotovoltaico evita l’emissione di circa 544 kg di CO₂ all’anno, contribuendo a una riduzione del 75% delle emissioni derivanti dal consumo elettrico domestico. La primavera è la stagione più efficace, grazie all’alta irradiazione solare e alla maggiore intensità di carbonio della produzione elettrica nel Nord Italia. I benefici sociali legati alla riduzione delle emissioni, calcolati in termini di costi esterni evitati, variano tra 166 e 266 euro all’anno per famiglia, a seconda dello scenario climatico.