Il paesaggio marziano, arido e spazzato dal vento, ci ha abituati a spettacoli naturali di grande impatto. Tra questi, i "diavoli di polvere" sono forse uno dei fenomeni più affascinanti e comuni. Questi imponenti vortici di sabbia e polvere che si innalzano verso il cielo rossastro non sono una novità per gli scienziati. La prima sonda a segnalarli fu la Viking della NASA, e da allora rover come Curiosity e Perseverance ci hanno inviato immagini mozzafiato di queste colonne danzanti che attraversano il desolato panorama del Pianeta Rosso.
Le loro dimensioni possono essere impressionanti: a causa della gravità inferiore e dell'atmosfera più rarefatta rispetto alla Terra, i diavoli di polvere marziani possono raggiungere un'altezza tre volte superiore a quella dei loro analoghi terrestri. Il loro passaggio vicino a un lander o a un rover non è sempre stato visto come una minaccia. Anzi, nel 2005 un provvidenziale diavolo di polvere soffiò via la sabbia accumulata sui pannelli solari del rover Spirit, aumentandone i livelli di energia e prolungandone la missione.
Tuttavia, un recente studio getta una nuova luce, ben più preoccupante, su questi eventi atmosferici. Una ricerca guidata da Varun Sheel del Physical Research Laboratory in India, basata su modelli computerizzati, suggerisce che all'interno di questi vortici potrebbe generarsi una carica elettrica tale da innescare vere e proprie scariche, simili a fulmini.
Questo fenomeno potrebbe rappresentare un pericolo concreto per le apparecchiature che operano sulla superficie marziana. L'idea che la polvere in movimento possa elettrificarsi non è nuova e si basa su un principio noto come effetto triboelettrico. L'attrito costante tra i granelli di polvere di dimensioni diverse all'interno del vortice causa una separazione di cariche. Le particelle più piccole e leggere tendono ad acquisire una carica negativa e vengono trasportate verso l'alto dalla corrente ascendente del vortice. Al contrario, i granelli più grandi e pesanti, con carica positiva, tendono a rimanere nella parte inferiore o a ricadere verso il suolo.
Questa separazione crea una significativa differenza di potenziale elettrico all'interno della colonna di polvere. Quando l'accumulo di carica diventa insostenibile per l'atmosfera circostante, che agisce da isolante, può verificarsi una scarica improvvisa per riequilibrare il sistema: un fulmine. Secondo Yoav Yair, professore della Reichman University in Israele ed esperto di fulmini planetari, le implicazioni per le missioni sono serie. La polvere elettrificata potrebbe aderire con maggiore tenacia alle superfici conduttrici dei rover, come le ruote, le antenne per le comunicazioni e, soprattutto, i pannelli solari.
Un simile evento potrebbe ridurre drasticamente la capacità di generare energia solare, danneggiare i sistemi di comunicazione e complicare i movimenti dei robot esploratori come Perseverance.