Il D-Day di Gears of War: Reloaded, quello in cui uno dei brand storicamente più identitari del panorama Xbox è sbarcato al lancio anche su PlayStation 5, in territorio un tempo nemico, è stato un successo.
La rivisitazione del primo capitolo della saga ha già tagliato infatti il traguardo del primo milione di giocatori dal lancio datato 26 agosto, e gli sviluppatori hanno festeggiato con un post sui social in cui annunciano "la fine della console war". Una sentenza scherzosa, ma in fondo sempre più aderente al panorama videoludico sempre più ibrido che si sta delineando in maniera graduale ormai da tempo.
Microsoft ha sbandierato apertamente che la propria strategia per il futuro è multipiattaforma. E per ora sembra pagare, con Gears of War: Reloaded che trae guadagno dalla possibilità di poter attingere fin da subito ad un bacino di pubblico molto più ampio rispetto a quello Xbox, abbracciando anche PS5 e PC.
Insomma, i confini della console war si sono ridefiniti così tanto che forse non c'è più nessuna "war" - e in un futuro più lontano, in fondo, probabilmente non ci saranno più nemmeno le console, ma solo servizi. C'è un paradosso interessante: come confermato dall'analisi tecnica di Digital Foundry, la versione migliore del gioco è quella per PS5 Pro. Prevedibile, considerando l'hardware superiore, sì, ma comunque fa un certo effetto pensare che la piattaforma migliore per giocare una delle produzioni di punta Xbox sia in realtà di Sony.