Giochi con l'AI? La partership Mattel-OpenAI sta facendo discutere

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HDblog.it Jun 19, 2025 · 2 mins read
Giochi con l'AI? La partership Mattel-OpenAI sta facendo discutere
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La notizia di una collaborazione strategica tra Mattel, il colosso dei giocattoli, e OpenAI, leader nello sviluppo dell'AI, ha immediatamente acceso i riflettori su un futuro in cui Barbie e Hot Wheels potrebbero dialogare con i bambini. Le due aziende hanno annunciato l'intenzione di integrare l'intelligenza artificiale per "reimmaginare nuove forme di gioco", promettendo che sicurezza, privacy e adeguatezza all'età saranno al centro della progettazione. Il primo prodotto, ancora avvolto nel mistero, dovrebbe essere annunciato entro la fine dell'anno, con una possibile commercializzazione nel 2026.

Tuttavia, l'entusiasmo delle aziende si scontra con le crescenti preoccupazioni di associazioni per i diritti dei consumatori ed esperti. Public Citizen, un noto gruppo di difesa, ha definito la partnership un "spericolato esperimento sociale sui nostri figli", esortando Mattel a una maggiore trasparenza sui rischi potenziali. La principale preoccupazione, espressa dal co-presidente Robert Weissman, è che dotare i giocattoli di voci e capacità di conversazione quasi umane possa infliggere danni reali e a lungo termine allo sviluppo sociale dei bambini. Il timore è che possa interferire con la loro capacità di formare relazioni con i coetanei e con la distinzione stessa tra realtà e finzione, un confine che nei più piccoli è ancora labile.

Le critiche non si fermano qui. Esperti del settore tecnologico e della sicurezza digitale sollevano questioni fondamentali sulla privacy. Un giocattolo intelligente potrebbe processare e archiviare dati sensibili come modelli vocali, schemi comportamentali e preferenze personali dei bambini.

Sebbene OpenAI e Mattel assicurino il rispetto di tutte le normative, il dubbio su come questi dati verranno utilizzati, dove saranno conservati e chi vi avrà accesso rimane. Un'altra fonte di preoccupazione è la natura stessa dei modelli linguistici, che possono involontariamente riprodurre stereotipi, narrazioni distorte o contenuti culturalmente inappropriati, influenzando la visione del mondo dei più piccoli. A questo si aggiunge il noto problema delle "allucinazioni" dell'AI, ovvero la generazione di risposte bizzarre o errate che potrebbero confondere o turbare un bambino.

Mentre si attende di scoprire quale sarà la prima creazione nata da questo accordo, il dibattito non è destinato a fermarsi. Da un lato abbiamo la promessa di un'innovazione che potrebbe arricchire l'esperienza di gioco, ma dall'altro l'allarme per un passo che, secondo alcuni, si addentra in un territorio inesplorato e potenzialmente pericoloso, dove il legame emotivo tra un bambino e un'AI imprevedibile necessita di un'attenta e costante supervisione. E voi che ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti.