Un'indagine di Pew Research ha confermato ciò che gli addetti ai settori sapevano già perfettamente: AI Overviews di Google sta facendo crollare a picco il traffico dei siti internet d'informazione. Il motivo è banale: quando l'AI genera un testo riassuntivo che risponde alle richieste degli utenti, questi non hanno nessun interesse ad approfondire l'argomento aprendo le fonti segnalate da Google.
La beffa è che le informazioni, l'AI, le prende proprio dai siti d'informazione: un cortocircuito che non è passato inosservato agli editori europei, che hanno già annunciato battaglia presentando una denuncia alla Commissione.
Nonostante le rassicurazioni iniziali di Google, la realtà è che con l'intelligenza artificiale che risponde direttamente alle domande degli utenti, sempre più persone abbandonano la pagina senza mai cliccare un link. Se una volta i siti d'informazione e blog avevano in Google una fonte di traffico fondamentale, oggi si trovano costretti ad affrontare questa nuova situazione.
RISPONDE L'AI E I CLICK CROLLANOL’analisi di Pew Research ha coinvolto 900 utenti statunitensi tracciati nel mese di marzo 2025 e rivela che il 58% di loro ha effettuato almeno una ricerca su Google che ha generato un riepilogo AI. Ma ciò che più preoccupa è che, di fronte a questi risultati generati dall’AI, solo l’8% degli utenti clicca su un link tradizionale, contro il 15% registrato in assenza del riepilogo. E ancora più clamoroso: solo l’1% ha cliccato una delle fonti proposte da Google, cioè i link che vengono evidenziati sotto al riassunto dell'AI.
Ma non è tutto. Il 26% degli utenti che visualizza un riassunto AI termina lì la propria sessione di navigazione, senza approfondire ulteriormente né su Google né altrove. Questa tendenza suggerisce che l’intelligenza artificiale sta diventando il punto d’arrivo, piuttosto che una tappa nel percorso informativo degli utenti.
Anche se il rapporto non affronta questo tema, ci sarebbe poi da aprire un altro capitolo: gli utenti più giovani, come gli adolescenti e gli universitari, si stanno abituando ad usare ChatGPT per ottenere qualsiasi tipo d'informazione, senza nemmeno considerare l'idea di effettuare una ricerca su Google.
CHI PERDE E CHI VINCEL’analisi ha anche mostrato che Wikipedia, Reddit e YouTube sono le fonti più frequentemente citate, sia nei riepiloghi AI che nei risultati classici. In particolare, Wikipedia compare con maggiore frequenza nei riassunti generati dall’intelligenza artificiale, mentre YouTube risulta più presente nei risultati standard. Le fonti istituzionali, come i siti .gov, sono anch’esse più comuni nei testi creati dall’AI (6% dei link), contro il 2% dei risultati tradizionali.
Curiosamente, solo il 5% dei link citati nei riassunti AI punta a siti di notizie, confermando la marginalizzazione progressiva dell’informazione giornalistica in questo nuovo ecosistema.
La media dei testi prodotti dall’AI è di 67 parole, ma può oscillare dai 7 ai 369 caratteri, con una frequenza maggiore per le query composte da 10 parole o più. In pratica, si tratta di un bignami: ma alla stragrande maggioranza delle persone basta e avanza.