Le differenze, spesso, stanno nelle sfumature. Ed è sicuramente il caso del nuovo logo di Google, quello che il colosso di Mountain View non ha ancora annunciato apertamente, ma ha già cominciato ad integrare sulla propria app mobile, prima su iOS e in seguito anche su Android.
L'ultimo cambiamento, prima di questo, risaliva al settembre 2015, ed era stato radicale, con l'introduzione del nuovo logo "G" e della typface denominata Product Sans. Un cambiamento decisamente necessario, che serviva all'azienda per assumere un'identità più moderna, minimale e riconoscibile per identificare non solo i propri prodotti software, ma anche quelli hardware (con una spinta sempre crescente sugli smartphone Pixel), e renderli attuali e desiderabili.
Quella di oggi non è una rivoluzione, ma un ritocco: la "G" resta infatti quella che conosciamo, ma a cambiare è la colorazione, non più netta ma caratterizzata da un gradiente che lega il rosso al giallo, il giallo al verde e infine approda al blu, conservando quindi i quattro colori primari che da sempre caratterizzano l'identità di Google. L'immagine qui sotto mette a confronto il logo appena dismesso (a sinistra) con quello nuovo (a destra).
È un cambiamento che per alcuni potrebbe passare addirittura inosservato, ma che in realtà può dirci molto delle nuove priorità dell'azienda per il suo presente e futuro prossimo. L'utilizzo dei gradienti, infatti, è una soluzione estetica che Google ha utilizzato per definire l'intelligenza artificiale di Gemini (e peraltro anche Apple ha adottato un'estetica simile per Apple Intelligence).
Portarla anche sul logo principale indica come proprio Gemini sia un elemento centrale della strategia di Mountain View. Se prima il logo comunicava semplicità e funzionalità, il gradiente ora suggerisce invece un rapporto con la tecnologia più fluido e sorprendente. In generale, in questa prima fase di conoscenza tra il pubblico di massa e gli strumenti dell'intelligenza artificiale, le azienda hanno spesso scelto per le interfacce legate all'AI un design "vivo", con elementi che pulsano, colorazioni dinamiche e una varietà di elementi pensati per aiutare visivamente l'utente ad orientarsi e a comprendere azioni e reazioni di queste inedite modalità di interazione.
D'altra parte, lo stile Material 3 Expressive filtrato in questi giorni ci svela come Google stia ripensando i criteri dell'interfaccia di Android con uno stile più colorato, movimentato, che pur facendo ancora largo impiego di tonalità "flat" usa volentieri anche i gradienti proprio per Gemini, e in generale accosta con maggior coraggio forme e tinte differenti.