Google Chrome domina il web: Safari al 14%, Edge resta indietro

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HDblog.it Oct 03, 2025 · 2 mins read
Google Chrome domina il web: Safari al 14%, Edge resta indietro
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Non è un segreto che Google Chrome sia il browser più utilizzato a livello globale, e gli ultimi dati StatCounter non fanno che confermare questa tendenza. Secondo i numeri relativi a settembre 2025, il software di Google ha raggiunto una quota di mercato mondiale del 71,77%, un livello mai toccato prima. In pratica, quasi tre utenti su quattro nel mondo navigano quotidianamente su internet attraverso Chrome.

Parliamo di un dominio consolidato e che va avanti da oltre un decennio, da quando nel 2012 riuscì a superare Internet Explorer, ormai in fase calante. Da allora, nessun altro concorrente è riuscito a minacciare davvero la sua posizione, se non Safari, che grazie alla presenza preinstallata su iPhone e iPad resta l’unico a contenere, almeno in parte, l’avanzata di Google. Oggi il browser di Apple mantiene una quota globale di circa il 14%, con punte più alte nel settore mobile e tablet, dove continua a rappresentare una valida alternativa.

Decisamente più difficile la situazione per Microsoft Edge, che nonostante gli sforzi di Redmond – arrivati perfino a introdurre messaggi persuasivi quando un utente cerca di scaricare Chrome – non riesce a raggiungere il 5%. Firefox e Opera, un tempo protagonisti della scena, si muovono ormai su percentuali ridotte, senza la forza di invertire la tendenza.

Il successo di Chrome non è solo legato alla velocità e alla compatibilità con i servizi Google, ma anche alla capacità di evolversi. Negli ultimi mesi l’azienda di Mountain View ha trasformato il browser in una piattaforma arricchita dall’AI, integrando la suite Gemini. Gli utenti statunitensi hanno già accesso a funzioni che vanno dall’analisi automatica delle pagine web alla possibilità di riassumere video, fino a strumenti che semplificano lo shopping online. Anche altri competitor, come Edge e Opera stanno introducendo elementi di AI generativa, mentre Vivaldi ha scelto di non seguire questa strada.

Il dominio di Big G resta comunque al centro del dibattito politico e regolatorio, e solo poche settimane fa, il Dipartimento di Giustizia statunitense ha definito le pratiche dell’azienda monopolistiche, specialmente nel settore della pubblicità online e della ricerca. Alla fine, la società ha evitato lo scenario più drastico, ossia la vendita forzata di asset strategici come Chrome o Android. Per ora la sanzione consiste soltanto nell’obbligo di condividere alcuni dati con i concorrenti, ma il tema resta sul tavolo.