Google sta iniziando a distribuire il “Find Hub”, uno dei grandi annunci dell’”Android Show - Google I/O 2025 Edition” dello scorso martedì: si tratta in concreto di una significativa evoluzione della rete Trova il mio dispositivo, finalmente con il supporto alla tecnologia UWB (Ultra-Wideband) come nell’ecosistema Apple. Il problema è che per ora l’UWB continua a non funzionare: in sostanza cambia solo il nome.
Per dirla tutta, in effetti l’aggiornamento non è ancora in distribuzione sul Play Store. È trapelata grazie a qualche leaker ed è disponibile su APKMirror, ma il suo sideloading non fa altro che cambiare il nome dell’app. È sempre un progresso, e sarà interessante capire come passeremo da qui al roll-out completo e funzionante. Magari servirà una nuova versione e questa (per la cronaca: 3.1.337-2) è solo intermedia, o magari sarà necessaria anche un’attivazione lato server.
Se Apple è partita fin da subito con l’UWB come chiave di volta per la sua rete di localizzazione, le cose nel mondo Android sono un po’ più sfaccettate. Ci sono tracker con supporto a UWB, come per esempio i Moto Tag e i Galaxy SmartTag 2, e lo stesso vale per smartphone e tablet, ma anche dispositivi che fanno affidamento esclusivamente sul Bluetooth e tecnologie di rete più convenzionali. La grande differenza è che grazie all’UWB è possibile capire anche la direzione del dispositivo da localizzare, mentre con le altre tecnologie solo la distanza.
L’utente deve quindi andare un po’ a tentativi muovendosi nello spazio per capire se si sta avvicinando o allontanando dal “bersaglio”, una sorta di versione digitale del classico gioco “acqua/fuochino/fuoco”, mentre con UWB si vede immediatamente una freccia che indica da che parte andare. Quella che vedete sopra, condivisa negli scorsi giorni, dovrebbe essere l’interfaccia che otterremo quando la funzionalità sarà live.