Google ha annunciato un'importante evoluzione per la sua app Foto: la possibilità di modificare le immagini semplicemente chiedendolo, tramite testo o voce. La novità, basata sulle capacità dei modelli Gemini, debutta innanzitutto sui Pixel 10 negli Stati Uniti e sarà gradualmente distribuita anche su altri dispositivi Android e iOS nelle prossime settimane. Parallelamente, l'azienda di Mountain View ha introdotto il supporto alle credenziali C2PA per aumentare la trasparenza sull'uso dell'AI nell'editing delle fotografie.
EDITING TRAMITE LINGUAGGIO NATURALEIl nuovo editor di Google Foto, ridisegnato di recente, già riuniva in un'unica interfaccia strumenti avanzati e suggerimenti basati su intelligenza artificiale. Con l'aggiornamento annunciato, a queste funzioni si aggiunge l'editing conversazionale: l'utente può descrivere l'intervento che desidera e vedere applicati i cambiamenti in pochi secondi, senza dover selezionare manualmente strumenti o regolare cursori.
Le richieste possono spaziare da operazioni mirate come "rimuovi le auto sullo sfondo" o "ripristina questa vecchia foto”, fino a interventi multipli come "elimina i riflessi e correggi i colori sbiaditi". È possibile anche partire da comandi generici come "migliora la foto", per poi rifinire i risultati attraverso ulteriori istruzioni successive. L'AI supporta tanto le correzioni più comuni — illuminazione, rimozione di elementi indesiderati, bilanciamento cromatico — quanto interventi creativi, come il cambio di sfondo o l'aggiunta di oggetti decorativi alla scena.
Grazie a questa modalità conversazionale, le possibilità diventano aperte a qualsiasi livello di esperienza: non è necessario conoscere gli strumenti di editing né immaginare combinazioni di effetti, basta descrivere l'obiettivo e lasciare che il sistema lo traduca in modifiche concrete.
CREDENZIALI C2PA PER UNA MAGGIORE TRASPARENZAInsieme alle nuove modalità di editing, Google ha introdotto in Foto il supporto agli standard C2PA Content Credentials, già presenti nella fotocamera dei Pixel 10. Questa integrazione consente di visualizzare direttamente all'interno dell'app informazioni su come un'immagine è stata catturata o modificata, distinguendo quelle elaborate con strumenti AI.
Il sistema si affianca agli altri meccanismi già adottati da Google, come i metadati IPTC per le immagini ritoccate con AI e SynthID per i contenuti realizzati con la funzione Reimagine. L'obiettivo è offrire maggiore chiarezza agli utenti e garantire che le fotografie possano essere riconosciute per origine e modalità di modifica.
Secondo quanto spiegato dall'azienda, anche il rilascio delle credenziali C2PA in Google Foto inizierà dai Pixel 10 e sarà progressivamente esteso anche ad altri smartphone Android e aiOS, ampliando la disponibilità delle informazioni su larga scala.