Il prossimo 20 agosto si terrà a New York il consueto evento "Made by Google", e quest’anno i riflettori saranno puntati sull’attesissima serie Pixel 10. Se le indiscrezioni raccolte finora si riveleranno esatte – e sono davvero molte – ci troveremo di fronte a un aggiornamento ambizioso, sebbene non rivoluzionario, rispetto alla generazione precedente. Confermata la lineup: Pixel 10, 10 Pro, 10 Pro XL e 10 Pro Fold. Tutti accomunati da un unico concetto: nessuno stravolgimento ma un'ottimizzazione mirata che porterà ad un'esperienza utente sempre più fluida e personale, quasi intima. Ma vediamo tutto quello che già sappiamo, o presumiamo di sapere, a circa 10 giorni dal lancio!
DESIGNCon la serie Pixel 10, Google sembra perseguire una strategia di ottimizzazione piuttosto che rivoluzione. A livello estetico, le differenze rispetto ai Pixel 9 sono minime, ma non prive di significato: si tratta di piccoli interventi mirati a migliorare ergonomia, usabilità e integrazione tecnologica, mantenendo allo stesso tempo un’identità visiva ormai riconoscibile.
Il classico “camera bar” orizzontale che ha definito l’estetica Pixel fin dalla serie 6 resta anche sui Pixel 10, confermando la coerenza di un linguaggio progettuale che Google non ha alcuna intenzione di stravolgere. Tuttavia, una novità importante è l’introduzione del terzo sensore fotografico anche sul modello base, indicatore del fatto che Google voglia ridurre il gap tra la versione standard e le varianti Pro sul piano fotografico.
Il peso e lo spessore dovrebbero aumentare leggermente rispetto alla generazione precedente – parliamo di circa 1 mm in più di spessore e fino a 11 grammi in più – ma non si tratta di variazioni penalizzanti: queste modifiche sono probabilmente legate all’introduzione del supporto al nuovo standard Qi2 per la ricarica wireless magnetica, che potrebbe essere integrato direttamente nel corpo del dispositivo o, più probabilmente, attivabile tramite una custodia dedicata (come suggeriscono le ultime indiscrezioni).
PixelSnap: il MagSafe in salsa Google?
Proprio parlando di ricarica, i rumor più insistenti indicano che Google introdurrà una nuova linea di accessori chiamata PixelSnap, ispirata chiaramente al MagSafe di Apple. Si tratterebbe di un ecosistema magnetico per ricarica e accessori, pensato per garantire allineamento preciso e connessione stabile. Tra i primi accessori previsti: un caricatore magnetico, uno stand con ricarica wireless e un “ring stand”, simile ai supporti da dito già visti su altri smartphone.
Purtroppo, un leak recente raffredda un po’ gli entusiasmi: sembra infatti che PixelSnap non sarà integrato nei dispositivi stessi, ma richiederà l’uso di una custodia magnetica compatibile. Una soluzione già vista su Pixel 9 con case di terze parti; una po' una delusione per chi si aspettava invece un'integrazione nativa a livello hardware.
DISPLAYParlando di display l’approccio è lo stesso: pochi cambiamenti estetici, ma tante ottimizzazioni sotto il cofano. Le dimensioni restano sostanzialmente invariate: si parla di un pannello da 6,3" FHD+ per il Pixel 10, 6,3” e 6,8” QHD+ rispettivamente per 10 Pro e Pro XL, mentre il 10 Pro Fold manterrà un pannello interno da 8” affiancato da uno esterno leggermente più grande, da 6,4” (contro i 6,3” del Pixel 9 Pro Fold).
Tutti i modelli dovrebbero offrire refresh rate adattivo da 60 a 120 Hz, come già visto, ma la novità principale riguarda la luminosità di picco, che arriva fino a 3.000 nit per i modelli Pro e Fold – un netto miglioramento rispetto ai 2.700 nit del Pixel 9, pensato per garantire leggibilità anche sotto luce diretta.
Un altro aspetto importante è la gestione PWM (Pulse Width Modulation). I Pixel 9 avevano una frequenza di modulazione di soli 240Hz, inferiore a quella di concorrenti come Galaxy S24 (480Hz) o OnePlus 12 (2160Hz), con conseguente maggiore affaticamento o fastidio per gli utenti più sensibili allo sfarfallio. Il Pixel 10 dovrebbe migliorare sensibilmente in questo ambito, offrendo frequenze PWM più elevate, a beneficio della salute visiva e del comfort d’uso prolungato.
Infine, sarà migliorata anche la funzione wet touch, già introdotta nei Pixel 9, che consente un’interazione precisa anche con display bagnato – utile per chi usa il telefono sotto la pioggia o durante l’attività fisica.
HARDWARE E PRESTAZIONICon la serie Pixel 10, Google compie un passo cruciale nel suo percorso di evoluzione tecnologica: per la prima volta, il SoC non sarà più sviluppato in collaborazione con Samsung ma completamente progettato in-house e prodotto da TSMC con processo a 3 nm. Il risultato? Il nuovo Tensor G5, che promette di superare i limiti delle precedenti generazioni sia in termini di potenza che di efficienza.
Il Tensor G5 è il primo vero chip "Made by Google” nel senso più pieno del termine. Non più una versione personalizzata di un Exynos, ma una piattaforma progettata da zero, con l’obiettivo di valorizzare al massimo le capacità di machine learning, fotografia computazionale e assistenza AI on-device; tre pilastri su cui Google punta tutto.
Grazie al processo produttivo a 3 nm di TSMC, il G5 promette miglioramenti significativi in efficienza energetica, dissipazione termica e performance sostenute. Questo dovrebbe tradursi in una maggiore reattività, minori problemi di surriscaldamento e soprattutto una gestione energetica più intelligente, aspetti critici per un device flagship.
Secondo alcune fonti vicine a Google, il G5 non sarà ancora in grado di competere in prestazioni pure con Qualcomm Snapdragon 8 Elite (o con il prossimo Elite 2). Tuttavia, i vantaggi concreti per l’utente finale risiederanno altrove: fluidità nelle operazioni complesse, miglior gestione del multitasking, e soprattutto un’esperienza AI nativa più reattiva e personalizzata.Le prime prove sembrano indicare un netto miglioramento anche nella gestione del calore, punto debole dei Tensor precedenti. Di conseguenza dovremmo avere meno throttling termico durante sessioni di gioco, registrazione video o uso intensivo di app creative.
Il Pixel 10 base arriverà poi con 12 GB di RAM e tagli da 128 o 256 GB di storage. Le varianti Pro spingeranno invece fino a 16 GB di RAM e fino a 1 TB di storage. In linea con le aspettative per un flagship moderno, anche se non particolarmente “generoso” rispetto ad alcuni competitor asiatici che offrono più storage di base anche su modelli meno costosi.
Interessante il possibile passaggio a un modem MediaTek T900, mai visto prima in un Pixel. Google starebbe valutando questa alternativa al posto del tradizionale modem Samsung, per ragioni legate a costi e integrazione con il nuovo chip. Tuttavia, non è ancora chiaro se il T900 sarà effettivamente scelto per la versione finale: altre fonti parlano infatti ancora di modem Samsung, almeno su alcuni modelli della gamma, probabilmente per una maggiore affidabilità.
FOTOCAMEREI Pixel sono storicamente tra i migliori cameraphone Android, grazie alla combinazione di sensori ottici di buona qualità e un’elaborazione software AI-driven senza rivali. Tuttavia, con la serie Pixel 10, Google sembra voler rivedere le sue priorità, proponendo un riassetto del comparto fotografico che, a seconda del modello, si traduce in aggiornamenti sostanziali o scelte più conservatrici. In alcuni casi, addirittura potenzialmente penalizzanti.
La vera novità del Pixel 10 “base” è l’introduzione di un teleobiettivo da 11 MP (Samsung 3J1), finora riservato solo alle varianti Pro. Questo upgrade risponde a una delle richieste più frequenti da parte degli utenti, desiderosi di una maggiore versatilità ottica anche sui modelli più accessibili. Tuttavia, c’è un rovescio della medaglia. Il sensore principale passa dal pregiato Samsung GNV da 50 MP al più compatto GN8 da 50 MP, già visto su Pixel 9a. Allo stesso modo, il sensore ultragrandangolare viene ridimensionato, passando dal Sony IMX858 da 48 MP a un più modesto IMX712 da 13 MP.
Anche la fotocamera frontale viene “semplificata”: si passa da un sensore da 13 MP a un Samsung 3J1 da 11 MP, condiviso con la nuova telecamera posteriore. In sostanza, il Pixel 10 base offre ora uno zoom ottico ma utilizza tre sensori “più economici”. Se non altro, Google potrà sfruttare la sua nuova pipeline di elaborazione AI per compensare le lacune ottiche in post-processing.
I modelli Pro non introducono nuove ottiche ma mantengono l’hardware fotografico del Pixel 9 Pro XL:
- Sensore principale: 50 MP Samsung GNV
- Ultra-wide: 48 MP Sony IMX858
- Teleobiettivo periscopico: 48 MP Sony IMX858
- Selfie cam: 48 MP Sony IMX858
A fare la differenza sarà il nuovo ISP integrato nel Tensor G5, che promette una maggiore rapidità di elaborazione e una qualità dell’immagine migliorata in condizioni di luce mista, soggetti in movimento o controluce. Si parla anche di una nuova funzione tele-macro, che consentirà di usare il teleobiettivo per scatti ravvicinati di alta qualità, sfruttando la lunghezza focale per ottenere una profondità di campo ridotta senza distorsioni tipiche delle lenti grandangolari.
Anche il pieghevole di casa Google dovrebbe ricevere un aggiornamento limitato. Il sensore principale passa da un Sony IMX787 da 64 MP a un Samsung GN8 da 50 MP (o, secondo altri rumor, a un sensore da 49 MP), mentre ultragrandangolare e teleobiettivo resteranno invariati. Il compromesso è probabilmente legato alla necessità di contenere peso e spessore del dispositivo, ma conferma anche che il focus del Fold resta più sull’esperienza di form factor che sulla pura qualità fotografica.
BATTERIA E RICARICAUno dei punti deboli più discussi delle precedenti generazioni Pixel è stata l’autonomia. Con il Tensor G5 e una revisione complessiva dei moduli batteria, Google promette finalmente un passo in avanti concreto, anche se – a giudicare dai numeri – non ci troviamo davanti a una svolta epocale. Tuttavia, l’efficienza potrebbe fare la vera differenza.
Secondo le indiscrezioni, infatti, il modello base Pixel 10 dovrebbe arrivare poco oltre i 4500 mAh, seguito da Pixel 10 Pro che potrebbe avere una batteria da 4870 mAh, si passa poi alla versione XL che passerebbe da 5060 a 5200 mAh. Per chiudere il Fold, con una batteria da 5015 mAh, la più grande mai inserita in un pieghevole che non adotta batterie SiCa. Aumenti che, quindi, in percentuale risulterebbero abbastanza contenuti, si va dal 3 al 10%, ma che, grazie proprio all'efficienza maggiore del Tensor G5 porterebbero comunque ad un incremento prestazionale in grado di sostenere un'intera giornata di utilizzo in qualsiasi scenario d'uso.
Anche sul fronte ricarica non ci sono novità sconvolgenti. Pixel 10 Pro XL potrebbe portare un upgrade fino a 39W di potenza massima in ingresso, Pixel 10 Pro salirebbe a 29W, mentre Pixel 10 resterebbe fermo a 27W. Anche il Fold non dovrebbe vedere cambiamenti da questo punto di vista, riproponendo così la ricarica a 21W. Numeri ancora lontani dagli standard dei concorrenti asiatici, come OnePlus o Xiaomi, che superano i 100W. Tuttavia, la scelta di Google è coerente con la sua attenzione a sicurezza, controllo termico e durata a lungo termine delle batterie.
La novità più attesa è l’introduzione del nuovo standard Qi2, che porta con sé la ricarica wireless magnetica stile MagSafe. La promessa era allettante: una ricarica wireless fino a 15W con allineamento perfetto, maggiore efficienza, e soprattutto nuovi accessori dedicati. E Google sembrava pronta a cavalcare questa onda; se non fosse che le ultime indiscrezioni sembrano andare in una direzione diversa: come anticipato, il supporto a Qi2 non sarà integrato nei Pixel 10, ma demandato a una custodia magnetica opzionale, esattamente come avviene oggi con accessori di terze parti per Pixel 9.
SOFTWARE E AISe l’hardware dei Pixel 10 si presenta come un’evoluzione ben calibrata, è sul fronte software che Google punta a ridefinire l’esperienza d’uso. E lo fa in piena coerenza con la sua visione di un dispositivo che non sia soltanto smart, ma davvero “intelligente”. Con Android 16 come base, un’interfaccia rivisitata e una nuova generazione di funzionalità AI completamente gestite in locale, l’obiettivo è trasformare il Pixel 10 in un assistente personale capace di anticipare i bisogni dell’utente e rispondere in tempo reale, senza compromettere privacy e performance.
Il debutto di Android 16 porta con sé una nuova filosofia visiva: si chiama Material 3 Expressive, ed è una reinterpretazione del Material You, pensata per rendere l’interfaccia più chiara, ordinata e centrata sull’azione. I pulsanti chiave saranno ora messi maggiormente in evidenza, gli elementi correlati saranno raggruppati con più coerenza, e l’intera esperienza utente risulterà più fluida e “naturale” al tatto e alla vista.
Ma la vera novità è l’introduzione di Pixel Sense, una piattaforma AI on-device che prende il posto del misterioso progetto “Pixie”. Più che un semplice assistente vocale, Pixel Sense sarà in grado di analizzare in tempo reale i dati provenienti da app come Gmail, Calendar, Maps, Chrome, Keep e persino dagli screenshot salvati sul dispositivo, per fornire suggerimenti intelligenti, contestuali e completamente gestiti localmente. Il tutto senza la necessità di connessione cloud, preservando così la privacy dell’utente. Alimentato da Gemini Nano, la versione leggera del modello linguistico di Google, Pixel Sense si adatterà nel tempo ai comportamenti e alle abitudini personali, proponendo scorciatoie, automatismi e azioni proattive basate su routine e preferenze.
L’intelligenza artificiale sarà poi protagonista anche in ambito creativo, con nuove funzionalità pensate per semplificare il fotoritocco e l’editing video. “Speak-to-Tweak” permetterà di modificare immagini e filmati usando semplici comandi vocali, mentre “Sketch-to-Image” consentirà di trasformare disegni abbozzati in immagini realistiche attraverso modelli generativi. E ancora, il “Magic Editor” per i video estenderà le potenzialità viste nella serie Pixel 8 anche ai contenuti in movimento, offrendo editing selettivo, stabilizzazione intelligente e ricolorazione avanzata, tutto direttamente sul dispositivo. A completare il pacchetto, ci sarà il supporto nativo ai modelli Stable Diffusion direttamente on-device, per un’AI creativa realmente portatile e accessibile anche offline.
Infine, Android 16 introdurrà anche una serie di ottimizzazioni tecniche significative, come il nuovo sistema di caricamento parallelo dei moduli (“Parallel Module Loading”), che ridurrà i tempi di avvio del dispositivo del 30%. Non mancheranno poi miglioramenti alla gestione energetica, alle performance sostenute e nuove opzioni di connettività avanzata, tra cui supporto alla connettività satellitare. Peccato che alcune funzioni attualmente legate ai modelli di fascia alta, come la connettività UWB o il supporto Thread, resteranno probabilmente esclusiva dei modelli Pro.
CONSIDERAZIONILa nuova serie di smartphone di Google ha quindi le sembianze di un aggiornamento che punta anzitutto sull'esperienza utente; solido, bilanciato, senza essere focalizzato sulla corsa alle specifiche. Nel giudizio finale molto dipenderà dalla resa del nuovo Tensor G5 che, al di là delle performance pure, dovrà convincere nell'all-around con un occhio di riguardo verso l'efficienza energetica e il supporto alle funzioni AI, vero punto focale di tutto il pacchetto.
Le modifiche hardware sembrano quindi calibrate alla perfezione, le novità fotografiche sono limitate al necessario e il software sembra pronto per portare un'esperienza utente che si fonda a 360 gradi con lo smartphone, come se questo abbia lo scopo di diventare il nostro assistente personale capace di apprendere, suggerire e agire di conseguenza. Insomma, bando ai fuochi artificiali e alle schede tecniche altisonanti; se tutto quanto detto sopra fosse confermato questa serie Pixel 10 potrebbe davvero essere un tassello importante nel raggiungimento della maturità definitiva. Saremo di fronte al primo vero esempio di come si concretizza la visione "Made by Google"? Beh, ormai non manca così tanto per scoprirlo, appuntamento al 20 di agosto!
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