Dopo aver avuto un buon successo (salvo qualche scivolone, per quanto significativo) con i terremoti, Google ha deciso di cimentarsi anche nella previsione degli uragani: L’ha annunciato nelle scorse ore con un post sul proprio blog ufficiale. Questa volta, però, l’approccio non sarà basato su un’enorme rete di smartphone che comunicano tra loro i potenziali segnali di avvertimento, ma sull’intelligenza artificiale. Negli scorsi mesi DeepMind si è incontrata con il Centro nazionale per gli uragani negli USA, in Florida, e ha mostrato il proprio ultimo modello predittivo, con feedback estremamente incoraggianti.
Già da qualche tempo gli esperti meteorologi ritengono che i sistemi di previsione tradizionali abbiano raggiunto il limite massimo di precisione, e pare che il machine learning sia proprio quello che serviva per fare il passo successivo. Google spiega che, vista la natura molto erratica di questo tipo di fenomeno, ha dovuto cambiare approccio nell’addestramento degli algoritmi, incorporando anche dei modelli probabilistici invece di quelli più tradizionali (quantomeno in relazione al settore dell’AI) basati sulla diffusione. Il modello include anche perturbazioni casuali durante il percorso dell’uragano che potrebbero influenzarne percorso e intensità, e restituisce 50 possibili sviluppi.
In base ai dati interni e anche a quanto confermato a livello preliminare dai meteorologi, il modello di Google rappresenta già ora lo stato dell’arte nella previsione di intensità e percorso, ed è piuttosto bravo anche a stimare le dimensioni complessive del fenomeno. Nell’animazione qui sopra, per esempio, viene mostrata in nero l’evoluzione reale del ciclone Alfred, mentre la linea in blu più marcata rappresenta la stima dell’algoritmo di Google. Certo, non è una sovrapposizione perfetta 1:1, ma ci va davvero molto vicino.
Google dice che già da due mesi un team fidato di meteorologi ha accesso all’algoritmo per testarlo e suggerire modifiche, migliorie e correzioni. Ne sono già emersi svariati, tra cui la necessità di valutare i potenziali esiti ancora prima che l’uragano sia completamente formato. Non è del tutto chiaro quale sarà il percorso evolutivo di questo progetto: è evidente che l’obiettivo finale è riuscire a renderlo operativo il prima possibile, perché una previsione più precisa può portare a un contenimento dei danni e delle perdite in vite umane, ma per ora su tutto questo rimane il mistero.