Google vs Epic Games: il futuro del Play Store è nelle mani della Corte Suprema

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HDblog.it Sep 25, 2025 · 1 min read
Google vs Epic Games: il futuro del Play Store è nelle mani della Corte Suprema
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Google ha ufficialmente annunciato che presenterà ricorso alla Corte Suprema degli Stati Uniti nel caso antitrust perso contro Epic Games, nel tentativo estremo di bloccare l'ingiunzione che la obbligherebbe a rivoluzionare il modello di business del suo Play Store su Android. Contestualmente, ha chiesto alla stessa Corte di sospendere in via cautelare l'applicazione delle misure, la cui entrata in vigore è prevista per ottobre.

La mossa arriva dopo che, il 12 settembre, la Corte d'Appello del Nono Circuito ha confermato l'ingiunzione permanente emessa in primo grado. Questa sentenza impone a Google di apportare modifiche radicali al suo ecosistema di app entro ottobre, tra cui: smettere di obbligare gli sviluppatori a usare il sistema di fatturazione di Google Play, permettere loro di inserire link a metodi di pagamento esterni e ad altri app store, e consentire loro di fissare i propri prezzi. Misure che, di fatto, andrebbero a spezzettare il controllo di Google sul suo store.

Ora, l'azienda di Mountain View si affida alla Corte Suprema come sua ultima speranza. Tra gli argomenti che potrebbe presentare, vi è la tesi che i tribunali di grado inferiore abbiano agito oltre i loro poteri e la rilevanza della vittoria ottenuta da Apple in un caso molto simile, sempre contro Epic.

La battaglia legale si giocherà su tempi molto stretti. Google ha chiesto alla Corte Suprema di decidere sulla sospensione dell'ingiunzione entro il 17 ottobre e presenterà il suo appello completo entro il 27 ottobre. Nel frattempo, il giudice di primo grado, James Donato, ha convocato Google ed Epic nel suo tribunale il 30 ottobre per discutere di come intendano conformarsi all'ingiunzione, un'udienza che si terrà solo se la Corte Suprema non avrà concesso la sospensione.

Il prossimo mese sarà quindi decisivo per il futuro del Play Store e, più in generale, per il controllo che le grandi piattaforme tecnologiche possono esercitare sui loro ecosistemi di app.