Dopo mesi di trattative e due anni di lavori, la Direttiva Green Claims potrebbe finire nel cassetto. La Commissione europea ha infatti annunciato l’intenzione di ritirare la proposta legislativa pensata per regolare le dichiarazioni ambientali delle aziende. Una notizia che sorprende e spiazza, considerando il lungo iter e gli sforzi compiuti dalle istituzioni per contrastare il greenwashing nel mercato europeo.
Ad oggi non ci sono certezze sui prossimi sviluppi. “Non siamo in grado di fornire ulteriori dettagli”, ha dichiarato Stefan de Keersmaecker, portavoce della Commissione, durante un incontro con la stampa, aggiungendo che verranno valutate nuove opzioni per proseguire il percorso normativo.
PIU' TRASPARENZAL’obiettivo iniziale della direttiva era chiaro, ossia proteggere i consumatori da informazioni fuorvianti, obbligando le aziende a dimostrare scientificamente le proprie affermazioni ambientali. Termini come “ecosostenibile”, “amico del clima” o “biodegradabile” sarebbero stati consentiti solo dopo una verifica indipendente, basata su prove solide e metodologie riconosciute a livello europeo.
La proposta della Commissione, presentata ufficialmente nel marzo 2023, prevedeva, inoltre, un sistema per regolamentare le etichette ambientali, contrastando la proliferazione di certificazioni poco trasparenti o autoattribuite dalle stesse aziende. Il provvedimento escludeva temporaneamente solo le microimprese, per favorire una transizione graduale.
ITER TRAVAGLIATODopo l’approvazione in Parlamento europeo e l’adozione di un orientamento generale da parte del Consiglio, il testo era giunto alla fase finale: il trilogo, ovvero il confronto tra le tre istituzioni europee per trovare un accordo condiviso. Ma qui il meccanismo si è inceppato.
A determinare lo stallo sarebbero state le pressioni di alcuni gruppi politici, in particolare del Partito Popolare Europeo (PPE) e dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), contrari alla versione attuale del provvedimento. La deputata europea Danuše Nerudová (PPE), relatrice ombra del dossier, ha definito la proposta “eccessivamente complessa, onerosa e priva di una valutazione d’impatto completa”, chiedendone ufficialmente il ritiro.
Il possibile stop alla Direttiva Green Claims rappresenta un duro colpo per le ambizioni green dell’Unione europea. In attesa di capire se la Commissione presenterà una versione rivista, resta forte la necessità di strumenti normativi efficaci per arginare il fenomeno del greenwashing e tutelare davvero chi sceglie prodotti sostenibili in modo consapevole.