Greenwich: la culla dell'astronomia moderna compie 350 anni

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HDblog.it Jun 23, 2025 · 3 mins read
Greenwich: la culla dell'astronomia moderna compie 350 anni
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Il 22 giugno ha segnato un traguardo storico per un luogo che ha definito il nostro modo di concepire il tempo e lo spazio: l'Osservatorio Reale di Greenwich ha compiuto 350 anni. Oggi è un'icona visitata da turisti di tutto il mondo, un museo che custodisce secoli di scoperte e l'unico planetario di Londra, ma la sua nascita, nel lontano 1675, fu dettata da un'esigenza tanto pratica quanto vitale per l'epoca: permettere ai marinai di navigare in sicurezza.

Tutto ebbe inizio per volontà di re Carlo II d'Inghilterra, consapevole che il dominio sui mari, fondamentale per il commercio, la diplomazia e l'esplorazione, dipendeva dalla risoluzione di un enigma secolare. Mentre calcolare la latitudine era un'operazione relativamente consolidata, determinare la longitudine in mare aperto rimaneva una sfida quasi insormontabile, causa di innumerevoli naufragi e disastri. Fu così che nacque l'osservatorio, con la missione specifica di risolvere questo problema. L'architetto Christopher Wren fu incaricato di progettare la struttura iniziale, nota come Flamsteed House, e John Flamsteed divenne il primo "Astronomical Observator", titolo che si sarebbe poi evoluto in "Astronomo Reale".

La missione richiese decenni di lavoro instancabile. Generazioni di astronomi si dedicarono a mappare meticolosamente il cielo, tracciando il movimento di stelle, pianeti e della Luna rispetto a una linea immaginaria che attraversava l'osservatorio da nord a sud: il meridiano. Questo immenso sforzo portò alla creazione del primo Nautical Almanac, una raccolta di tavole che prevedeva la posizione degli astri per tutto l'anno. Parallelamente, l'orologiaio inglese John Harrison sviluppò un complesso cronometro marino che, a differenza degli orologi a pendolo, funzionava perfettamente a bordo di una nave in movimento. Entro il 1770, i marinai avevano finalmente a disposizione due metodi affidabili per calcolare la loro longitudine.

L'influenza di Greenwich crebbe a tal punto che, verso la fine dell'Ottocento, circa due terzi delle navi del mondo utilizzavano già le sue mappe come riferimento. La scelta di Greenwich come sede del Meridiano Primo globale, durante la conferenza internazionale del 1884, fu quindi una conseguenza quasi naturale. In quello stesso periodo, l'avvento delle ferrovie rese necessaria l'adozione di un fuso orario unificato. Nacque così il "Greenwich Mean Time" (GMT), che divenne rapidamente lo standard globale, consacrando l'osservatorio come il centro mondiale non solo per l'astronomia e la navigazione, ma anche per il tempo stesso.

La vita all'osservatorio, però, non era solo una questione di mappe e stelle. Il sito fu testimone di accese rivalità scientifiche, come quella tra il primo Astronomo Reale, John Flamsteed, e Sir Isaac Newton, che desiderava utilizzare le carte stellari di Flamsteed per affinare le sue teorie, arrivando a pubblicarle senza il suo permesso. Fu anche un luogo di progresso sociale, seppur con i limiti dell'epoca. Negli anni Novanta del diciannovesimo secolo, l'osservatorio assunse per la prima volta delle donne, che lavoravano come "calcolatrici" per analizzare i dati osservativi. Tra loro spiccava Annie Maunder, un'astronoma che diede un contributo fondamentale alla comprensione del nostro Sole, studiando le macchie solari e creando, insieme al marito, il famoso "diagramma a farfalla" che ne visualizza il ciclo undecennale.

L'osservatorio ha anche affrontato minacce fisiche: sopravvisse a un tentativo di attentato anarchico nel 1894 e subì gravi danni durante la Seconda Guerra Mondiale, quando una bomba volante V1 esplose nelle vicinanze, distruggendo parte della celebre "Onion Dome". Fortunatamente, il grande telescopio al suo interno era già stato smontato e messo al sicuro.

Nel dopoguerra, tuttavia, una minaccia più insidiosa si fece strada: l'inquinamento luminoso e lo smog della vicina Londra resero impossibili le delicate osservazioni astronomiche. Così, nel 1948, l'attività di ricerca fu trasferita, per poi vedere il grande telescopio tornare a casa nel 1971, dove si trova tuttora, come simbolo di una nuova era.