Hanford, i vecchi reattori nucleari ispezionati con tecnologia LiDAR

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HDblog.it Aug 25, 2025 · 2 mins read
Hanford, i vecchi reattori nucleari ispezionati con tecnologia LiDAR
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Un antico sito nucleare degli Stati Uniti è stato ispezionato con una tecnologia all’avanguardia basata sul LiDAR, un sistema di rilevamento capace di creare modelli 3D estremamente precisi. L’operazione è avvenuta al sito di Hanford, nello Stato di Washington, un’area storicamente legata alla produzione di plutonio per il programma bellico americano durante la Seconda guerra mondiale e la Guerra fredda.

Gli esperti del Dipartimento dell’Energia statunitense (DOE), in particolare dell’Office of Environmental Management, hanno utilizzato per la prima volta questa tecnologia per osservare l’interno dei sei reattori dismessi e oggi “cocooned”, cioè sigillati in strutture di contenimento progettate per isolarli a lungo termine. A differenza dei consueti controlli annuali, che avvengono tramite droni e riguardano soprattutto l’esterno degli involucri, questa volta l’attenzione si è concentrata sulla stabilità interna delle strutture. L’uso del LiDAR ha consentito di rilevare eventuali deformazioni o anomalie che potrebbero compromettere la sicurezza del sito.

Il sito di Hanford ha una storia complessa, che vi sintetizziamo. Creato nel 1943 nell’ambito del Progetto Manhattan, ha prodotto quasi due terzi del plutonio utilizzato negli arsenali nucleari statunitensi, incluso quello impiegato per la bomba lanciata su Nagasaki. L’ultimo reattore è stato spento nel 1987, mentre tre anni più tardi ha chiuso anche l’ultima impianto di separazione chimica. Da allora è iniziata una delle più imponenti operazioni di bonifica mai avviate negli Stati Uniti, che comprende la decontaminazione del suolo e delle acque, lo smantellamento di edifici contaminati e la gestione di enormi serbatoi sotterranei di rifiuti radioattivi. Un processo che, secondo le stime, richiederà ancora decenni.

L’introduzione del LiDAR rappresenta quindi un passo importante, infatti, grazie alla scansione tridimensionale dell’interno dei contenitori, gli esperti possono valutare in maniera più accurata le condizioni dei materiali e programmare interventi mirati. “Il LiDAR ha cambiato radicalmente il modo in cui possiamo analizzare queste strutture. Ci permette di vedere dettagli che prima erano invisibili, aumentando il livello di sicurezza”, ha sottolineato Deanna Breckon, project manager del programma di Long-Term Stewardship.

Oltre alle ispezioni, il DOE guarda anche al futuro dell’area: è in progetto la trasformazione del sito in un parco solare da un gigawatt, capace di fornire energia rinnovabile e simbolicamente di riscrivere la storia di Hanford, da culla della corsa nucleare a luogo di produzione energetica sostenibile.